Decisioni comuni indispensabili per l'Europa in vista dell'arrivo della terza ondata di Covid19, che oramai appare inevitabile e che forse potrebbe riportarci ad un lockdown più duro anche in Italia. Sarà ancora l'epidemia da coronavirus a catalizzare l'attenzione del Consiglio Europeo che si apre oggi. Dall'Italia e in particolare dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arriverà l'esortazione ad operare scelte comuni per scongiurare o almeno mitigare la terza ondata con il coordinamento delle misure come la quarantena per chi va all'estero.
Ancora una volta la linea del rigore e del sacrificio sarà sostenuta dalla Germania. Ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel è intervenuta in Parlamento chiedendo al paese di accettare in vista del Natale subito misure più restrittive di quelle attualmente in vigore. Ad animare il sentito discorso della Merkel il record assoluto di morti registrato dal Paese l' 8 dicembre: 590 vittime in 24 ore. Un prezzo troppo alto da pagare per la cancelliera che proporrà ai governatori federali dei länder di limitare spostamenti e occasioni di assembramento prima durante e dopo le feste. La cancelliera si dice addolorata "per gli stand di vin brulé" ma "se il prezzo che dobbiamo pagare è avere 590 morti al giorno, allora non è accettabile". Dunque sul tavolo c'è la chiusura anticipata delle scuole al 16 invece che al 19 dicembre. Misure necessarie affinché questo non sia "l'ultimo Natale che passeremo con i nostri nonni". Questo ha concluso la Merkel "non lo possiamo permettere".
E grande preoccupazioni anche .In Francia dove il portavoce del governo francese, Gabriel Attal, ha chiaramente parlato di una terza ondata in arrivo che probabilmente farà slittare la prevista riapertura di musei, teatri, bar e ristoranti attesa il 15 dicembre. Visto l'alto numero dei contagi Attal non ha escluso che ci potrebbe essere una modifica alle misure previste.
E l'Italia? L'orientamento del governo per le feste è già stato ribadito dal ministro della Salute, Roberto Speranza: nessuna deroga alle misure di prevenzione, cenoni e veglioni banditi, piste da sci chiuse. L'attenzione ora è rivolta al dopo, a quella che dovrebbe essere una riapertura mentre invece ci si aspetta un rialzo della curva perchè comunque a Natale, per quanto limitati, spostamenti e riunioni familiari ci saranno.
Gli epidemiologi e gli esperti sono concordi: la terza ondata ci sarà. Quello che occorre evitare è che sia peggiore delle precedenti. Dopo l'allarme lanciato tra gli altri dal microbiologo Andrea Crisanti ieri anche il virologo, Fabrizio Pregliasco, ha parlato di una terza ondata "quasi certa" aggiungendo che però la sua intensità dipenderà dai nostri comportamenti.
A preoccupare gli esperti ovviamente ancora una volta la prevista riapertura delle scuole sulle quale piovono protocolli e misure di controllo mentre restano però in piedi tutte le criticità all'ingresso e all'uscita rispetto ai trasporti pubblici che hanno poi riportato i ragazzi delle superiori alla didattica a distanza. E sulla scuola piombano le conclusioni di una interessante analisi di un ricercatore dell'Università di Torino, Alessandro Ferretti, riferita ai soli dati del Piemonte che però rappresenta un utile punto di riferimento e che sarebbe necessario replicare in tutte le regioni. In sostanza l'analisi dei dati dalla ripresa delle lezioni porta il ricercatore alla conclusione che "il "personale scolastico è più esposto della media dal 280 al 400 per cento" e dato che " l'unica differenza rilevante tra il personale scolastico e la popolazione generale sta nella particolare attività lavorativa, è evidente che la causa dell'incidenza più elevata sta proprio nell'attività lavorativa stessa".
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