AGI _ L'Italia non si può permettere una crisi al buio, ma non siamo nemmeno disposti a farci rosolare tra rinvii e ricatti”. È il messaggio che il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano manda agli alleati riottosi attraverso un'intervista a La Stampa. Su una possibile crisi di governo taglia corto: “Ho un metodo infallibile per non sbagliare le previsioni, non farle”.
Ma il ministro confessa anche che continuare a “consumare il governo con attacchi continui è un azzardo grave. Forse chi lo fa pensa all'alternativa di un governo tecnico o istituzionale con tutti dentro, ma non credo che in questa legislatura sia possibile un'altra formula politica”
Quindi, nel rispondere alle “sciocchezze” lette in questi giorni – “tipo richiami a un golpe” – Provenzano ribatte, secco, alle critiche sulla task force per il Recovery Plan: “La struttura di missione è interna all'amministrazione e risponde all'intero governo".
"Renzi", ricorda, "ne nominò quattro nel suo governo. Nessuno qui si fa commissariare. Scindiamo le critiche legittime da quelle strumentali. Correggendo quello che va corretto. Dobbiamo rendere conto anche a quei 98 cittadini su cento che non votano Italia viva”. Anche se poi concede: “è legittimo chiedersi come funzionerà il raccordo tra struttura di missione e strutture ministeriali. Sulle deroghe, i poteri sostitutivi, il Pd non ha mai consentito scorciatoie rischiose e non lo farà nemmeno questa volta. Però, una cortesia: basta invocare piani choc e modello Genova”, e conclude: “Veramente la critica più frequente al governo è quella del rinvio. Questo passaggio è decisivo, e va gestito collegialmente e con tempestività. Posso capire che ci siano settori del mondo economico che non vogliano che lo gestisca questo governo, e non mi scandalizza che lo possa pensare anche un pezzo della maggioranza, ma consumare questa esperienza sarebbe un azzardo grave”.
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