Conegliano Valdobbiadene, Superiore di Cartizze, Asolo, o semplicemente Prosecco. Diversi per disciplinare, diversi per terroir, diversi per filosofia produttiva. Non un prosecco, ma tanti Prosecco, ognuno con una sua identità forte e unica, frutto di un lavoro secolare e collettivo – talvolta casuale e non ricercata – che va oltre i congeniti campanilismi all’italiana. Prosecco è – per buona pace di puristi e bastian contrari – un brand collettivo, nato come identificativo sì di una zona di produzione, sì di una tipologia di vino, ma, da tempo immemore, anche un appellativo che, nella percezione popolare – non solo in Italia – sta ad indicare un qualsiasi vino spumante prodotto in Italia. Ci sono produttori che sostengono sia un punto di forza che il nome della denominazione sia anche identificativo per un prodotto made in Italy, seppure non specifico. Altri produttori invece sono convinti dell’esatto contrario, ovvero che questo fenomeno sia sminuente e dispregiativo per la stessa denominazione, tanto da eliminare “prosecco” dalle proprie etichette. Ma, comunque la si veda, è così.
Prosecco, quelle colline dove nasce il vino italiano più venduto nel mondo
Prosecco, il vino italiano più bevuto nel mondo, è a buona ragione – spesso suo malgrado – sinonimo di bollicine, di spumante all’italiana. Esaltato e bistrattato in egual misura, perché spesso poco conosciuto. Pur restando il simbolo enologico della convivialità, delle feste, anche quelle dell’ultimo momento, che iniziano con un bel “botto” di una buona bottiglia, Prosecco è anche un fenomeno di marketing planetario non solo per il rapporto qualità-prezzo – i detrattori dicono a discapito della prima voce – ma anche per l’inclusività di questo vino e per la sua storia contadina, ancor più di altri brand italian style come per esempio Ferrari (auto), sicuramente il più famoso, ma ampiamente superato per citazioni proprio da Prosecco. Floreale, fruttato, dal sapore fresco e brioso è la sigla del bere semplice, che si identifica non solo con l’inconfondibile stile di vita made in Italy, ma anche – e non di rado – con l’immagine più diffusa dell'italiano: inclusivo, ricco di spirito, più impulsivo che riflessivo. Sempre sorridente anche nelle occasioni più difficili.
Cinque province del Veneto (Treviso, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno) e quattro nel Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine), il teatro produttivo delle tre denominazioni – Prosecco Doc, Valdobbiadene Superiore Docg e Asolo Docg – esteso in uno dei territori più belli della penisola italiana, in parte – le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene – patrimonio dell’Unesco da oltre un anno. Un paesaggio caratterizzato da dorsali collinari, ciglioni, foreste, villaggi e coltivazioni, per secoli modellato e adattato dall’uomo, oggi è il terreno più fertile per il Glera, vitigno a bacca bianca autoctono proprio dell’Italia nord orientale, noto fin dai tempi dei Romani, decantato con il nome di “Pucino”, celebrato da Plinio nella sua Naturalis historia e prediletto per le sue doti medicinali da Livia, moglie dell'imperatore Augusto. Oggi le uve di Glera sono la colonna principale – 85% minimo – per disciplinare di ogni Prosecco. Una storia lunga e affascinante, vissuta tra alti e bassi per oltre sette secoli fin dai primi del Cinquecento, quando in quel di Trieste per dare maggiore visibilità al principale prodotto locale, la ribolla, si dichiarò che questa fosse la naturale erede proprio di quel “pucino” che la città inviava annualmente alla casa d'Asburgo. Venne quindi definita una precisa caratterizzazione geografica, suggerita dall'identificazione del luogo di produzione nell'antichità, il castellum nobile vino Pucinum con il Castello di Prosecco, nei pressi della località omonima. Il vitigno, vero elemento caratterizzante del Prosecco delle origini, si diffuse prima nel Goriziano, poi – tramite Venezia – in Dalmazia, a Vicenza e nel Trevigiano.
Con il passare dei secoli, la produzione nella zona d'origine andò scemando, spostando un sempre maggiore sviluppo nelle zone dell'attuale provincia di Treviso, fra le colline di Conegliano, Col San Martino, Asolo e Valdobbiadene. Qui lo straordinario successo ottenuto dal Prosecco, a partire dal secondo dopoguerra, fece nascere financo una serie di tentativi di imitazione. Vini denominati "Prosecco" vennero prodotti in Sudamerica ("Prosecco Garibaldi" in Brasile), in Croazia ("Prošek"), in Australia ("Prosecco Vintage"), delineando l’urgenza di una regolamentazione legislativa che arginasse il fenomeno. Ma, dato il divieto internazionale di proteggere il nome di un vitigno si rese necessario ricollegare la produzione veneta con il nome della località originaria del Prosecco, il paese presso Trieste. Nel contempo gli antichi nomi "Glera" e "Glera lunga" ritornarono in auge come appellativo del vitigno. Si decise quindi di creare un'area di produzione contigua costituita dalle province del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Il 17 luglio 2009, con la promulgazione del decreto di riconoscimento, “nascono” ufficialmente la DOC "Prosecco" e le DOCG "Conegliano Valdobbiadene" e "Asolo". Secoli di strada per arrivare oggi a circa 11.000 produttori e oltre 500 milioni di bottiglie prodotte (2019) sempre pronte ad inondare di buona e orgogliosa italianità le tavole di tutto il mondo.
E quando Prosecco deve essere, che Prosecco sia con la selezione di 9 etichette da scoprire.
La selezione
Pizzolato Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G.
Un’etichetta elegantissima e una bottiglia austera per un vino che è tutt’altro che lontano dal mondo comune, in quanto – come da vocazione dell’azienda – è prodotto interamente in regime biologico e si fregia anche della certificazione Vegan, classificandosi come uno dei più inclusivi e green dell’areale. Le uve cresciute nei soli 5 ettari a San Pietro di Feletto regalano una bollicina molto morbida, affatto aggressiva. Al naso spicca la leggiadra simpatia della mela renetta, al palato rimane elegante senza essere snob, fresco e versatile, con una buona persistenza. Di buon carattere, a tavola è un ottimo compagno per il risotto al radicchio. A tutto pasto. Voglia di tenerezze! € 1415
Ca' di Rajo Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Millesimato Extra Dry
Un Valdobbiadene super profumato e delicato, prodotto unicamente da Glera (100%) raccolta a mano. Disponibile in multipli formati, fino alla bottiglia da sei litri, non deve far pensare a una produzione massiccia; la pressatura è il più soffice possibile e regala una carezza al palato, quella di un vino determinato ma gentile, equilibrato e sapido, con un naso in cui emergono note di agrumi e al palato gradevole ed armonico. Il meglio lo regala accanto a un tagliere, con un’ottima selezione di formaggi che riesce a sostenere con le sue bollicine. Aperitivo. Eleganza pura come la seta! € 910
Costabella Brut Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Biologico
Dalla grande attenzione della famiglia Dal Bianco verso i temi della sostenibilità ambientale e della tutela della Natura, nasce Costabella Brut Biologico dell’azienda Masottina. Il terroir è coccolato e rispettato e si riversa tutto nel bicchiere, che raccoglie un vino di carattere. Fresco, è caratterizzato da aromi di agrumi e frutta bianca ancora acerba, oltre che da conturbanti sapori tropicali. Il perlage è raffinato, delicato accarezza il palato e richiede sempre un altro sorso. Adatto a un aperitivo veggie con cruditè di verdure, non disdegna una torta salata o una leggera frittura vegetale. Da aperitivo. A piedi nudi nel parco! € 1315
Giusti Asolo Prosecco Superiore D.O.C.G. Extra Brut
Facilmente identificabile sullo scaffale per l’etichetta dal vivace celeste è prodotto con le migliori uve Glera provenienti dai vigneti situati tra Montello e Colli Asolani, nel comune di Nervesa della Battaglia, nel versante sud dell’areale. Fortemente identitario, cresce in un terreno rosso ricco di ferro, foriero di tutta la sua forza. Al naso è profumato, pulito, con i sentori che più identificano la varietà, al palato invece esplode con una sapidità sfacciata e una decisa croccantezza, reso vivace dall’acidità di frutta non ancora matura. Per una cena romantica, a far compagnia a uno spaghettino allo scoglio. A casa. Prova di orgoglio! € 911
Montelvini Collezione Serenitatis Il Brutto Asolo Prosecco D.O.C.G. Colfondo
Il Brutto è prodotto nella più piccola e rara denominazione del variegato mondo del Prosecco. E questa bottiglia in particolare ne racconta una sezione ancora più piccola e particolareggiata, seppur afferente a una tradizione antica. Rifermentato in bottiglia, segue infatti la tradizione delle colline attorno Treviso, con i lieviti che si depositano sul fondo. Il nome lo deve al suo essere un vino non filtrato, con pochissimi zuccheri e un uso molto limitato di solfiti. Come ogni spumante prodotto con questo metodo si evolve di giorno in giorno e non ha le solite note fruttato-floreali a cui siamo abituati. Complessità, grandiosa mineralità e morbidezza. Per niente ruffiano, sempre diverso ed equilibrato a modo suo, è capace di conquistare. A tavola, per rendergli onore, una genovese di tonno o una zuppa di pesce. Al ristorante o in enoteca. Incalzante edonismo! € 911
Merotto Prosecco Superiore di Cartizze D.O.C.G.
In occasione del Natale, è stata presentata un’edizione speciale di una delle bottiglie di punta della cantina Merotto, nel cuore dell’area di Cartizze, sottodenominazione dell’areale del Valdobbiadene. Dall’omonimo cru in località Santo Stefano, il Prosecco Superiore di Cartizze DOCG è disponibile nel formato Jeroboam (3 litri) in un’elegante cassetta di legno singola. Una bottiglia importante per un vino che incarna una delle massime espressioni del Prosecco: fruttato, aromatico e avvolgente, al naso porta note di pesca bianca matura, pesca e sentori spiccati di gelsomino. Matrimonio perfetto con dolci alla frutta, con crema bianca e pasticceria secca. Per un’occasione speciale. Quattro stagioni che Vivaldi …spostati! € 1012
Bortolomiol Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze Docg Dry 2019
Dal “Grand Cru” del Valdobbiadene – Cartizze – arriva questo vino speciale, senza tempo, in cui si concreta tutta la poesia di queste terre. Vendemmiato a mano, nasce da un terreno dall'ottima esposizione solare, minerale, che produce acini più gonfi e ricchi di vita. Perlage finissimo e persistente, al naso si diverte a danzare tra macedonia di frutta, nocciole, fiori d’acacia, tutti in ottimo equilibrio tra di loro; al palato è denso e cremoso, come una Chantilly, eppure fresco come un Prosecco sa essere. Divertente e spiritoso, può essere un compagno a tavola delicato e discreto, adatto anche a piccoli momenti di trasgressione golosa. Come una mini crostata alla frutta e tutto un vassoio di delicatessen dolci, portate a tavola per festeggiare anche solo un pomeriggio tra amiche. Aperitivo dolce. Delicato, come una collana di perle. € 1618
Nino Franco – Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut “Vigneto della Riva di San Floriano” 2019
Una bella storia di famiglia che inizia oltre 100 anni fa a Valdobbiadene con Antonio e che prosegue senza soluzione di continuità con Primo sua moglie Elena e Silvia, la quarta generazione di Nino Franco. Una storia suggerita dalla profonda passione per la vigna e per i suoi frutti, e raccontata con la concreta e persistente voglia di sperimentare e creare prodotti ricercati. Unici vincoli, tipicità ed eccellenza. “Vigneto della Riva di San Floriano” è la rappresentazione perfetta della filosofia della maison. Profumi incalzanti che arrivano al naso come saette che stuzzicano l’assaggio e si fermano nel palato dal primo all'ultimo sorso. Bollicine sottili e setose a sostegno di una struttura solida ed elegante. Bouquet fruttato con richiami di pesca, mela, lime. E poi ancora, profumi floreali di glicine e fiori d’arancio. Vino gioioso, ricco e ciccione – come si usa dire oggi – con il quale spingersi in viaggi del sapore scontrosi come stracotti di cacciagione e carni alla brace. Un tè nel deserto. € 1416
Borgoluce – Valdobbiadene Prosecco Superiore Extra Brut DOCG “Rive di Collalto” 2019
Collalto è la famiglia proprietaria di Borgoluce, non solo una cantina in un paesaggio incantato, le Colline venete Patrimonio Unesco, ma anche un’azienda agricola a tutto tondo, dove si producono anche ottimi salumi e si lavora in totale accordo con la natura e la necessità di rispettarla. Gli ettari di proprietà sono 1200, suddivisi tra vigneti, pascoli e boschi che vivono insieme per un sistema integrato che faccia della biodiversità una forza. Questo Prosecco Extra Brut viene allevato tra i 200 e i 300 metri sul livello del mare, con il risultato di un vino estremamente elegante, a partire dal perlage, molto fine, a finire al naso, discreto e non invadente (mela verde, fiori bianchi) passando per il colore, un giallo con dei riflessi verdi che guarda al futuro. La mela verde la ritroviamo al palato, per un sorso che arriva diretto, fresco, preciso come una stilettata – ma piacevole – e avvolge il tutto con corposità, per poi sfumare su un finale sapido. Di gran carattere, ama accompagnarsi ai crostacei. Il suggerimento perfetto? Moeche fritte. Una cena a base di pesce. Le quattro stagioni dell’amore. € 1416
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