Nel Regno Unito coloro che hanno alle spalle significative reazioni allergiche non riceveranno il vaccino anti-Covid. La decisione è stata presa direttamente dall'autorità nazionale di controllo sui farmaci, Mhra, dopo che due persone, vaccinate il primo giorno, hanno manifestato delle reazioni allergiche in seguito alla somministrazione del vaccino Pfizer/Biontech. In seguito alla comunicazione, sono cresciuti i dubbi in chi ha dovuto fare in passato i conti con qualche tipo di allergia.
Come riportato da Il Messaggero, oltre a questo problema, vi è stato anche il furto di alcuni documenti proprio relativi al vaccino che si sta usando. Il cyber attacco è stato fatto contro l'Ema, l'agenzia europea del farmaco. L'azienda farmaceutica ha tenuto a sottolineare che "né il sistema BioNtech né quello di Pfizer sono stati hackerati in relazione a questo incidente e che non abbiamo conoscenza dei dati personali che sarebbero stati violati".
Le reazioni al vaccino
Per quanto riguarda invece le reazioni allergiche che si possono verificare in seguito alla somministrazione del vaccino il discorso è più ampio. Infatti, il 10-15% degli europei soffre di allergie, che si parli di asma, rinite, dermatite atopica o anche allergie alimentari. Indipendentemente dall'età. Il nostro Paese deve comunque ancora aspettare l'autorizzazione dell'Ema prima di poter avviare il piano vaccinale. Però, secondo gli scienziati il vaccino per combattere il coronavirus può essere somministrato anche ai soggetti con allergie, a patto che venga comunicato il proprio stato di salute all'operatore sanitario che dovrà fare la profilassi.
Paola Migliorini, direttrice della scuola di specializzazione in Allergologia e immunologia clinica dell'Università di Pisa, ha spiegato che "come per tutti i vaccini il rischio è rappresentato da reazioni immediate, ossia entro pochi minuti oppure un'ora dalla somministrazione; hanno gravità variabile da reazioni locali fino a reazioni sistemiche come l'anafilassi. Sono possibili anche reazioni ritardate, dopo 24-48 ore, nella massima parte non gravi". Le reazioni allergiche immediate potrebbero portare ipotensione e difficoltà respiratoria anche grave, fino alla perdita di coscienza. Sono più che altro le persone che hanno avuto in passato reazioni allergiche a vaccini, alimenti o farmaci a rischiare maggiormente. Oltre a coloro che hanno una prescrizione per adrenalina autoiniettabile, il trattamento di prima linea dell'anafilassi grave, per intenderci lo shock anafilattico.
C'è da dire che le reazioni allergiche ai vaccini sono abbastanza rare, soprattutto quelle gravi, e che solitamente si verificano in meno di 1 persona su 100mila. Francesca Larese Filon, allergologa dell'università di Trieste, ha precisato che "tutti i vaccini possono dare reazioni allergiche, dipende dagli eccipienti, dalle sostanze che lo costituiscono, da come è stato prodotto. Quindi non ci stupisce che due persone in Gran Bretagna abbiano avuto reazioni allergiche. Si tratta di capire quanto siano frequenti e verso che tipo di prodotto si formano queste reazioni. In genere, si tratta di eventi rari. In ogni caso è bene che le vaccinazioni vengano fatte in ambiente medico, dove i pazienti attendono 15 -20 minuti, e così si può valutare l'eventuale insorgenza di reazioni allergiche". I due 40enni che hanno manifestato reazioni allergiche in Gran Bretagna non sarebbero comunque in gravi condizioni e già in via di recupero.
Non si tratta di allergie comuni
Enrico Maggi, past president della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica e professore onorario di medicina interna dell'Università di Firenze, ha spiegato che non si sta parlando di allergie comuni, come quelle agli acari o a sostanze ambientali, ma forme più rare come quelle provocate da alimenti, farmaci. "In questo caso si tratta di sensibilizzazioni minimali verso allergeni minori. È bene ricordare che qualunque vaccino può dare questo tipo di problemi che sono comunque risolvibili".
L'importante è comunque non sottovalutare il quadro clinico di ogni soggetto e sarà compito del medico curante o dell'allergologo decidere sul da farsi. "La difficoltà potrebbe essere quella di fare un'anamnesi precisa sulle sensibilizzazioni che il paziente può avere. Allora, in quel caso, conviene effettuare una premedicazione. Qualunque medico, infatti, è in grado di mettere in atto contromisure che servono per risolvere il problema delle eventuali reazioni allergiche" ha concluso Maggi.
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