Il giovane bosco ricorda
il vecchio, un sognatore che sogna
di un vecchio libro sacro,
un vecchio indice di istruzioni,
e il suolo sotto l’erba
sta sognando di una giovane foresta,
e sotto il pavimento il suolo
sta sognando l’erba.
Questi versi compongono una poesia del poeta-coltivatore Wendell Berry (1834), In a Country Once Forested, In una terra un tempo boscosa. É parte della raccolta Given, una parola che richiede qualche sfumatura in più per essere compresa e resa in italiano; può essere tradotta sinteticamente con Dono, ma sarebbe meglio Quel che ci è stato dato, Quel che ci è stato donato. L’ho tratta dall’antologia The Peace of Wild Things, La pace delle cose selvagge, nelle librerie di mezzo mondo grazie all’editore Penguin.
Berry ha scritto molti saggi che nel corso degli ultimi decenni sono stati ampiamente tradotti e la sua è una voce onesta che da sempre crede nel valore educativo e salvifico della terra. Non a caso è stato definito “il poeta laureato dell’America agricola”. La sua storia è esemplare. Originario del Kentucky ha studiato nelle grandi università di New York e in California per fare ritorno nella sua regione natia. Qui ha lavorato la terra con la sua famiglia nella contea di Henry, proseguendo a insegnare e a scrivere, pubblicando romanzi – il ciclo di storie ambientate nella cittadina immaginaria di Port William, pubblicato in Italia dalle edizioni Lindau – e saggi e pamphlet dedicati ad un ritorno consapevole alla terra e quindi ad un’economia agricola e sostenibile, nonché raccolte di poesie. Della sua scrittura The New York Times Book Review ha scritto: "Leggetelo con una matita in mano, prendete appunti e sperate che, in qualche maniera, il nostro paese e il mondo presto possano sperimentare la verità che qui viene raccontata."
Dieci anni fa acquistai un’altra sua splendida raccolta di poemi, The Mad Farmer Poems (2008), La Rivoluzione del Contadino Impazzito, edita in Italia dai Quaderni d’Ontignano, splendida e corsara collana della Libreria Editrice Fiorentina. Erano gli anni prima dell’attuale green boom, quando chi scriveva di terra e natura finiva per essere preso per un retrogrado o per un autore tematico, riservato a pochi lettori con idee un po’ fuori dalla norma. Quanto quell’opinione era diffusa, e quanto strabica! Pochi anni dopo le vetrine e gli scaffali delle librerie sono carichi di opere che ripetono il canto robusto segnato, anzi, seminato, proprio da autori come il nostro, o da figure oramai appartenenti alla mitologia letteraria contemporanea, e penso, giusto per fare tre nomi, a Gary Snyder o a Aldo Leopold o a Masanobu Fukuoka (l’autore de La rivoluzione del filo di paglia). Quel contadino tratteggiato da Berry si ribella allo sfruttamento intensivo della sua terra e la ama come se fosse parte di sé, tanto da dire, anzi da urlare, "Quando sparge il seme, / la mia mano è tutt’uno con la terra […] Affamata e fiduciosa, / la mia mente è tutt’uno con la terra. / Quando mangio il frutto / il mio corpo è tutt’uno con la terra." Altro non è che l’attitudine indiana, tribale, di riverenza e gratitudine nei confronti del creato, del mondo, di tutto quel che possiamo prendere in prestito per ottenere quanto ci serve, e null’altro, il minimo per noi e per i nostri cari. Il messaggio è stato adottato da tanti intellettuali contemporanei, filosofi, ambientalisti, agricoltori per caso o personaggi del nostro panorama emotivo, come il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini.
Mi congedo con la traduzione di un secondo poema di Berry, How to be a Poet.
Come diventare un poeta
(da ricordare a me stesso)
Scegli un posto nel quale sedere.
Siediti. Tranquillizzati.
Devi affidarti all’affetto,
alla lettura, alla conoscenza,
all’abilità – più di quelle
che hai – all’ispirazione,
al lavoro, alla maturazione, alla pazienza,
proprio come i solitari che uniscono il tempo
all’eternità. A proposito dei lettori
che apprezzano il tuo operato,
dubita del loro giudizio.
Inspira con respiro incondizionato
l’aria incondizionata.
Evita i cavi elettrici.
Comunica lentamente. Vivi
una vita a tre dimensioni;
stai distante dagli schermi televisivi.
Stai distante da tutto ciò che
oscura il posto nel quale ti trovi.
Non esistono luoghi profani,
esistono soltanto luoghi sacri
e luoghi sconsacrati.
Accetta quel che viene dal silenzio.
Fanne tesoro al meglio che ti è possibile.
Delle minuscole parole che nascono
dal silenzio, come preghiere
che ritornano a colui che prega,
scrivi una poesia che non disturbi
il silenzio dal quale proviene.
Tiziano Fratus vive in una casa davanti a un bosco. E' autore di molti libri e medita.
Studiohomoradix.comOriginal Article
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