Diventato famoso per le sue analisi sulla Cina ma anche per le sue battute sferzanti ("La laurea in scienze politiche non serve a nulla" , sparata in diretta tv, sollevò un mare di polemiche), Alberto Forchielli appartiene alla schiera ristretta degli esperti di economia in grado di farsi capire dal grande pubblico e di raccogliere migliaia di seguaci sui social network. Ma non riesce a intendersi altrettanto chiaramente, a quanto pare, con la Guardia di finanza: che ora lo ha messo nel mirino per quasi quattro milioni di euro sottratti al fisco dalle due Mandarin, le società di gestione di capitali che sono la punta di diamante delle sue attività imprenditoriali.
Alla base delle contestazioni, un artifizio non nuovissimo: avrebbe collocato la sede delle società in Lussemburgo per godere delle morbidità fiscali del Granducato. Peccato che tutto il business avesse il suo quartier generale, i dipendenti, gli uffici, di qua dalle Alpi. Per questo Forchielli è finito sotto inchiesta, e ieri il pm Stefano Civardi gli ha inviato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Due i capi d'accusa, uno per ogni società. Forchielli è in autorevole compagnia: insieme a lui e è indagato Fabio Roversi Monaco, già rettore dell'università di Bologna, che di una delle società, la Mandarin Capital Management, è presidente del "Board of directors"; stessa sorte per Fabio Ricotta, che del gruppo Mandarin è stato insieme a Forchielli uno dei fondatori, e che attualmente è senior partner della Alto Partners di Stefano Scarpis, uno dei nomi più importanti delle private equity italiane. Tutti insieme Forchielli, Roversi Monaco e Ricotta sono accusati di avere completamente omesso di presentare le dichiarazione dei redditi di una delle Mandarin per tre anni, dal 2013 al 2015; per Forchielli, Ricotta e Alexandre Schmitt – l'unico amministratore di Mandarin a abitare davvero in Lussemburgo – i bilanci "dimenticati" si spingono fino al 2016. Che le tasse fossero dovute al fisco italiano, per la Procura milanese non c'è alcun dubbio, "in quanto la società aveva solo apparentemente sede e operatività in Lussemburgo ma in realtà la sede dell'amministrazione e l'oggetto principale in Milano, presso la sede della stessa Mai dove si svolgevano le effettive funzioni gestorie e dove veniva esercitata la direzione effettiva".
L'avviso di conclusione indagini è stato notificato a Forchielli all'indirizzo di Hong Kong dove risulta ufficialmente residente e dove passa effettivamente molti mesi all'anno, quando non è a Boston o a Milano. Della sua vocazione "globale", questo bolognese di 65 anni ha sempre fatto una bandiera, come quando racconta che le sue giornate si aprono con la lettura dei giornali di tutto il mondo, "seguendo il fuso orario, dall'Australia alla costa ovest degli Stati Uniti", per monitorare in diretta l'andamento dei mercati. Ma la fama gli è arrivata solo quando si è scoperto la vena del divulgatore, del polemista, del battutista. Che lo ha portato a essere imitato da Crozza e a scrivere libri di successo come "Muovete il culo!", sottotitolo "lettera ai giovani perché facciano la rivoluzione in un paese di vecchi". Lì, in quel libro, insieme all'appello a "fare i partigiani contro le folli regole istituzionali" scriveva: "L'evasione fiscale potrebbe anche diventare un dovere morale. Se non siete evasori totali non valete un cazzo". Ma si pensava che scherzasse.
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