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Libia, Haftar libera la nave turca dopo le minacce di Erdogan

DOPO sei giorni di detenzione, la milizia del generale Khalifa Haftar nell'Est della Libia ha fatto ripartire la nave turca "Mabouka", con il tutto il suo equipaggio fra cui 7 marinai turchi. L'annuncio è stato dato direttamente dal portavoce militare di Haftar, il generale Ahmed al Mismari, che ha detto che la nave ha pagato una multa per aver violato le acque libiche.
La portacontainer sabato era stata fermata al largo di Derna mentre era in rotta verso Misurata. Il rilascio della nave è avvenuto dopo le dure minacce del governo turco. Rivolto ai capi della "Libyan National Army" (la milizia del generale Haftar), un portavoce del ministero, sicuramente su ordine dello stesso Erdogan, aveva dichiarato che "chiunque prende di mira gli interessi turchi in Libia diventa lui stesso un obiettivo legittimo per la nostra ritorsione".

Se Putin si prende la Libia

di

Maurizio Molinari


Martedì notte per alcune ore si era temuto che una ritorsione turca fosse iniziata, quando alcuni caccia o droni turchi hanno operato per alcune ore nella area di Jufra e Sirte, dove passa la linea del fronte fra le forze del governo di Tripoli appoggiate dalla Turchia e quelle di Haftar, sostenute da Russia ed Emirati Arabi Uniti.
Nel frattempo da Tripoli arriva un'altra notizia interessante: sono stati liberati i due cittadini russi che erano trattenuti dal governo di Fayez Serraj da oltre un anno e mezzo per accuse di spionaggio. L'annuncio è stato dato a Mosca dal vice-ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov. "Ci sono voluti molti sforzi" per ottenere il rilascio, ha dichiarato Bogdanov, che ha anche ringraziato le autorità libiche per il loro aiuto.
I due uomini sono Maxim Shugalei e Samir Seifan: erano stati arrestati a maggio del 2019 mentre lavoravano in Libia per una fondazione legata a Yevgeny Prigozhin, l'uomo d'affari vicino al Cremlino che governa il gruppo di mercenari della "Wagner".
La Wagner in Libia dal settembre 2019 è stata schierata con mercenari al fianco del generale Haftar. I due russi – secondo le accuse della polizia libica – erano impegnati in una campagna di propaganda politica a favore del ritorno di Saif Gheddafi al potere. Avevano preso contatti con esponenti libici e avevano preparato dei siti Internet con cui far partire al momento opportuno una campagna a favore del figlio del colonnello Gheddafi.Original Article

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