Il 17 dicembre 2010, il giovane ambulante tunisino Mohamed Bouazizi si dava fuoco. La sua morte fu la scintilla che, in poche settimane, avrebbe portato alla fine del regime di Ben Ali, al potere da oltre venti anni. E fu anche il primo atto della cosiddetta Primavera araba, che avrebbe fatto cadere altri tre dittatori (Mubarak in Egitto, Gheddafi in Libia, Saleh nello Yemen).
Ma cosa resta oggi di quelle rivolte? Prova a dare una risposta, con la sua storia di copertina, il “Venerdì” in edicola domani con “Repubblica". Francesca Caferri racconta il malcontento dei tunisini, e perché la famiglia di Bouazizi è dovuta fuggire in Canada. Mentre il politologo francese ed esperto di Islam Olivier Roy, intervistato da Daniele Castellani Perelli, paragona la sconfitta della rivolta araba a quella di un altro movimento giovanile, in cui lui stesso militò: il ’68. Ma, come in quel caso, nulla è accaduto invano.
Tra gli altri servizi del numero, la rinascita di Palazzo Butera, a Palermo (in anteprima sul sito): un collezionista d’arte ed ex broker ha trasformato un’antica residenza affacciata sul mare in un museo speciale, che a gennaio si aprirà al mondo. Ce lo racconta l'inviato Riccardo Staglianò.Original Article
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