Le reazioni allergiche dopo un vaccino non sono una novità. «Ma i casi gravi, gli shock anafilattici che mettono a rischio una vita, per fortuna sono estremamente rari. In una carriera di quarant’anni non ne ho mai visti» dice Roberto Ieraci, medico infettivologo, referente scientifico per le vaccinazioni della Asl Roma 1, una delle più grandi della capitale, con decine di migliaia di persone vaccinate ogni anno.
Dopo i test su 43 mila volontari, solo oggi ci accorgiamo che il vaccino di Pfizer-BioNtech provoca allergie?
«Si sa che i vaccini, come alcune medicine, possono provocare allergie. Da sempre, prima di somministrarli, facciamo domande al paziente sulla sua storia. Gli chiediamo se in passato ha avuto reazioni gravi, poi lo invitiamo ad aspettare un quarto d’ora dopo l’iniezione. Se ci sono reazioni gravi, che sono immediate, è bene che avvengano in un ambiente protetto. Per aiutare il paziente, in quel caso, bisogna avere a portata di mano un pallone Ambu che aiuta la respirazione e dell’adrenalina».
Per questo l’antinfluenzale quest’anno non è stato somministrato in farmacia?
«Alcuni paesi lo somministrano anche in farmacia, ma in Italia si preferisce farlo solo in ambulatori medici o centri vaccinali, per ogni evenienza».
Cosa può accadere?
«Si va dall’orticaria leggera allo shock anafilattico. Quest’ultima è una reazione grave, che mette a rischio la vita, ma come dicevo è rarissima. Occorrono milioni di vaccinati per vedere un caso».
Ci sono casi in cui la vaccinazione viene sconsigliata?
«È controindicata se una persona ha avuto un precedente di reazione anafilattica per un vaccino. Altrimenti, se un paziente riferisce semplici intolleranze o allergie di altro tipo durante l’anamnesi, si procede. Sempre con la cautela del quarto d’ora di attesa».
Altri effetti collaterali?
«È comune che il vaccino provochi un po’ di febbre e arrossamento nel punto dell’iniezione. A volte vediamo degli svenimenti, soprattutto con gli adolescenti. Ma è la paura dell’ago. Nulla di grave».
I vaccini di Pfizer e Moderna usano il metodo dell’mRna. Possono causare allergie inattese?
«Tecnologie simili vengono usate da anni in oncologia. Per quanto riguarda le allergie, l’mRna è avvolto in nanoparticelle lipidiche, cioè di grasso, che potrebbero causare qualche reazione locale. Ma non mi aspetto nulla di grave».
Verranno usate precauzioni particolari con i primi vaccinati?
«I primi saranno gli operatori sanitari all’interno degli ospedali o delle Rsa, che per definizione sono ambienti protetti, dove le eventuali reazioni possono essere affrontate con tempestività. La vigilanza resterà alta. Ci saranno meccanismi di farmacovigilanza che raccoglieranno tutte le informazioni sugli eventuali effetti collaterali».
Si aspetta che le reazioni allergiche in Gran Bretagna aumentino scetticismo e paura fra le persone?
«Faccio questo mestiere da tanto e so che produrre un vaccino rappresenta solo il 50% dello sforzo. L’altro 50% consiste nell’informare le persone, comunicando al pubblico con onestà e professionalità. Gli operatori sanitari riceveranno per primi questo vaccino, che è il frutto di uno sforzo scientifico enorme e condiviso. Spero che diano il buon esempio. Sono loro gli influencer delle scelte di vaccinazione delle persone».
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