Per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il tema della Giornata dei diritti umani 2020 "Per una migliore ripresa – Difendiamo i diritti umani" pone giustamente "l'accento sulle immense sfide che la pandemia ci pone di fronte. Mentre interi popoli subiscono persecuzioni per ragioni politiche, etniche o religiose, l'emergenza sanitaria genera in tutte le società ulteriori rischi di discriminazione e forme di emarginazione, che lacerano il tessuto sociale e contraddicono valori fondamentali".
"La tutela dei diritti della persona deve essere al centro della risposta globale alla pandemia, per evitare che essa renda meno penetrante la loro applicazione, e far sì che gli sforzi di ripresa siano sorretti da solidi criteri di eguaglianza ed equità. Senza il rispetto di tali essenziali principi la Comunità internazionale non sarà in grado di superare con successo questo momento complesso e di garantire a tutti un futuro di pace e sviluppo", conclude il capo dello Stato.
La ricorrenza è stata indetta in memoria della proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, sancita dall’Assemblea delle Nazioni Unite a Parigi il 10 dicembre del 1948. Questo documento storico, figlio dei traumi del Dopoguerra, è stato scritto per evitare che si ripetessero le devastazioni e le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale dopo la scoperta degli orrori dei campi di sterminio nazisti.
I 58 paesi allora membri dell’ONU, elaborarono nella Carta con un elenco di 30 articoli, che prendevano a spunto i grandi documenti costitutivi della storia dell’umanità, come ad esempio la Dichiarazione d’Indipendenza Americana del 1776 o la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino nata dalla Rivoluzione Francese. L’obiettivo dichiarato era quello di diffondere in tutto il mondo i valori di democrazia, diversità e tolleranza.
"C’era una volta il paese dei noi.
Il paese dei noi era abitato da persone i cui nomi erano semplici da pronunciare.
Io, te, me stesso, tu, ancora io, sempre te, ma allora io?, e perché tu?, e così via.
Al di fuori del paese dei noi, vivevano loro.
Loro avevano nomi meno semplici da pronunciare. Almeno secondo noi.
Lui, lei, l’altro, l’altra, tutti gli altri, quelli, quello là, quell’altra, questi qua, ma perché non se ne stanno a casa loro, ecc.
Ora, si da il caso che molti tra gli abitanti del paese dei noi non vedessero di buon occhio loro, temendo che loro potessero defraudarli di qualcosa, come ad esempio il futuro (…)"
Inizia così il racconto di Alessandro Ghebreigziabiher (Italia) degli Storytellers for Peace (Narratori per la Pace), nove narratori provenienti da tutto il mondo che narrano le loro storie sui diritti umani in una serie di video con sottotitoli in italiano e inglese per la Giornata dei diritti di umani che si celebra oggi in tutto il mondo.
Le voci di opposizione alle esecuzioni federali si fanno più forti negli Stati Uniti. Lo scrive l'associazione ''Death Penalty Action'', che per la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, annuncia che in tutto il Paese sono in programma proteste contro le esecuzioni federali, con interventi di suor Helen Prejean, Amanda Knox, e altri. A riportarlo è 'Nessuno Tocchi Caino'. Con una chiara raccomandazione di clemenza per Brandon Bernard dal Clemency Attorney degli Stati Uniti (l'agenzia federale che esamina le richieste di clemenza dei detenuti federali, anche dei condannati a morte), gli occhi sono puntati sulla Casa Bianca. Le esecuzioni federali senza precedenti del presidente Trump potrebbero proseguire oggi: alle 18 è prevista infatti l'esecuzione di Brandon Bernard. Death Penalty Action ha mobilitato i suoi membri per sollecitare il Presidente a mostrare pietà per lui e per gli altri detenuti federali la cui esecuzione è imminente."Ora spetta davvero al presidente", ha detto Abraham Bonowitz, direttore di Death Penalty Action. ''La raccomandazione di clemenza sta creando un fiume di tweet che lo invitano a fare la cosa giusta. Il mondo sta guardando."
"Nella giornata mondiale dei diritti umani, per richiamare ogni stato democratico al dovere di far valere i trattati internazionali, voglio citare due casi su cui dobbiamo tenere alta l'attenzione: Patrick Zaky e Joshua Wong, perché prevalga sempre il rispetto dei diritti umani". Cosi' su Twitter la capogruppo Pd in commissione diritti umani Valeria Fedeli.
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