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Ex Ilva, firmato accordo tra Invitalia e ArcelorMittal

Firmato l'accordo con Invitalia per l'ex Ilva. Lo comunicano in una nota i ministri Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri. "Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e il ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, esprimono soddisfazione per la firma dell'accordo di co-investimento tra Invitalia e ArcelorMittal per l'ex Ilva. L'accordo prevede un significativo impegno finanziario da parte dello Stato italiano e rappresenta un passo importante verso la decarbonizzazione dell'impianto di Taranto attraverso l'avvio della produzione di acciaio con processi meno inquinanti".

L'accordo prevede un aumento di capitale di AmInvest Co. Italy Spa (la società in cui ArcelorMittal ha già investito 1,8 miliardi di euro e che è affittuaria dei rami di azienda di Ilva in Amministrazione Straordinaria) per 400 milioni di Euro, che darà a Invitalia il 50% dei diritti di voto della società. È quanto si legge in una nota di Invitalia. A maggio del 2022 è programmato, poi, un secondo aumento di capitale, che sarà sottoscritto fino a 680 milioni da parte di Invitalia e fino a 70 milioni di parte di ArcelorMittal. Al termine dell'operazione Invitalia sarà l'azionista di maggioranza con il 60% del capitale della società, avendo ArcelorMittal il 40%.

L'obiettivo è quello di tornare alla produzione con soluzioni meno inquinanti ma sostenibili per il territorio e la popolazione tarantina. L'accordo Invitalia-ArcelorMittal "contiene, poi, un articolato piano di investimenti ambientali e industriali. Sarà tra l'altro avviato il processo di decarbonizzazione dello stabilimento, con l'attivazione di un forno elettrico capace di produrre fino a 2,5 milioni di tonnellate l'anno. L'obiettivo del piano di investimenti nel Mezzogiorno d'Italia è di trasformare l'ex Ilva di Taranto nel più grande impianto di produzione di acciaio 'green' in Europa". Circa un terzo della produzione di acciaio dunque "avverrà con emissioni ridotte, grazie all'utilizzo del forno elettrico e di una tecnologia d'avanguardia, il cosiddetto 'preridotto'", in coerenza con le linee guida del Next Generation Eu. La riduzione dell'inquinamento realizzabile con questa tecnologia, calcolano ancora Mise e Mef, "è infatti del 93% a regime per l'ossido di zolfo, del 90% per la diossina, del 78% per le polveri sottili e per la CO2". Tra gli accordi raggiunti in fase contrattuale, anche l'assorbimento di 10.700 risorse umane impiegate negli stabilimenti nell'arco del piano.

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