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Chi era l’imperatore africano Musa Keita I: l’uomo più ricco di sempre

Si chiamava Musa Keita, ha vissuto sul continente africano a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, e può essere considerato ancora oggi l'uomo più ricco del mondo.

In cima alle liste degli uomini più ricchi del mondo si sono succeduti nei secoli J.D. Rockfeller, J.P. Morgan, i banchieri della dinastia De Rotschild, fino ad arrivare al magnate dei personal computer Bill Gates e al ceo di Amazon Jeff Bezos; ma mai nessuno nella storia più o meno recente ha eguagliato, e tanto meno superato, l'imperatore del Mali Musa Keita I. Considerato, ancora oggi, la persona che ha accumulato più ricchezza materiale nella storia che si tramanda a memoria d'uomo.

Il Time lo ha ricordato come il "più ricco di quanto chiunque possa descrivere"; e secondo gli storici, sebbene sia difficile quantificare precisamente l'entità del "suo patrimonio", non c'è alcuno dubbio riguardo l'affermazione che il sovrano del Mali – ma anche dei territori che oggi sono conosciuti come stati di Mauritania, Senegal, Gambia, Guinea, Burkina Faso, Niger, Nigeria e Ciad – si stato l'essere umano con più "oro" del mondo.

Paragonato al leggendario re Mida, Musa Keita, nono imperatore del Mali nonché re di Timbuktu, è nato nel 1280 e si è stabilito sul trono nel 1312, quando il Mali, e le terre sulle quali si espandeva il dominio delle dinastie Kolonkan e Laye, era considerato il più grande produttore di oro del mondo fino a quel momento conosciuto. Le leggenda vuole che il mansa Keita I, succeduto ad Abubakari II, fosse un filantropo, studioso del Corano (fece erigere tra le grandi opere commissionate, oltre a scuole e biblioteche, la moschea di Djinguereber a Timbuktu) e che possedesse un esercito di oltre 200mila uomini – un'armata di dimensioni titaniche per la sua epoca. Fu tuttavia l'oro elargito in Egitto durante un suo pellegrinaggio di 6.500 chilometri verso la Mecca, abbia causato una profonda e duratura crisi dovuta all'inflazione, a renderlo famigerato. Secondo le cronache infatti, l'imperatore africano intraprese un lungo viaggio con un seguito di "decine di migliaia di guerrieri" e un'intera corte di araldi con servitori al seguito. La carovana, che si prolungava a perdita d'occhio, si muoveva a dorso di cavalli e cammelli, trasportando con se una grande quantità di lingotti d'oro: che oltre ad essere impiegati per pagare ogni tipo di spesa, vennero donati ai poveri del Cairo, causando un'inflazione di massa che sarebbe perdurata per almeno un decennio.

Questo viaggio leggendario permise a Keita I di essere conosciuto in tutto il mondo arabo e musulmano, venendo anche raffigurato nell'Atlante catalano del 1375 – ossia 43 anni dopo la sua morte – che venne sempre considerato come uno dei mappamondi più autorevoli nell'Europa medievale. Un continente, quello europeo, che in quell'epoca di grande prosperità per l'Africa, doveva sopravvivere a guerre, pestilenze e alla cosiddetta "grande carestia".

A quel tempo il regno del Mali si estendeva per oltre 3.200 chilometri di lunghezza, contenendo al suo interno innumerevoli ricchezze che, secondo le analisi, potrebbero essere quantificate approssimativamente a 400 miliardi di dollari attuali – il doppio di quelle accumulate dal rais libico Muammar Gheddafi e 100 miliardi in più dell'ultimo zar di tutte le Russie Nicola II Romanov. L'attuale patrimonio di Bezos, il magnate del commercio elettronico considerato da Forbes per il secondo anno di seguito l'uomo più ricco del mondo, è quantificato in 184 miliardi di dollari, per capirci. Il patrimonio di Musa era tanto grande che nemmeno il dissennato figlio Maghan – succedutogli nel 1337 – riuscì ad intaccare. Nonostante sia passato alla storia come il più dissoluto dei sovrani del Mali. E non sono stati pochi, nella storia, i figli capaci di dissolvere le ricchezze accumulate dai loro ricchissimi padri.

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