Dopo cinque anni si farà un processo per la morte dell'imprenditore Mario Bozzoli, sparito nel nulla nella sua fonderia a Marcheno l'8 ottobre 2015. L'imputato sarà suo nipote, Giacomo Bozzoli, 31enne all'epoca dei fatti, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla distruzione di cadavere. Il gip del tribunale di Brescia, Alberto Pavan, ne ha deciso il rinvio a giudizio.
Il processo che lo vede imputato davanti alla corte d'Assise, visto che non ha scelto riti alternativi, inizierà il 14 gennaio. Vanni Barzellotti assiste Irene Zubani, moglie di Mario: "E' il riconoscimento che l'accusa si fonda su un complesso di elementi che rendono necessaria la celebrazione di un dibattimento nel quale la corte d'Assise sarà impegnata nella ricerca di una verità. A oggi abbiamo un imputato". La richiesta di rinvio a giudizio per l'altro nipote, Alex, era stata invece già archiviata. Così come la posizione di due operai dello stabilimento in alta Val Trompia.
Il movente, secondo l'accusa, viene ravvisato in una forte avversione del nipote verso lo zio Mario. E l'attività d'indagine, secondo il pm, ha riscontrato elementi idonei per farne un processo. Le indagini avevano portato alla luce anche un conflitto familiare determinato dalla scoperta da parte di Mario che il fratello Adelio, padre di Giacomo, aveva inscenato un guasto al forno della fonderia per riscuotere indebitamente i soldi dall'assicurazione. Fatti tuttora contestati dalla difesa.
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