L'effetto Covid non fa crollare Beppe Sala. Un risultato così, non se l'aspettava neppure Paolo Natale. Anche inviando – virtualmente – adesso e non in pieno lockdown i suoi studenti ad aggiornare l'indagine che misura la percezione della qualità della vita in città, il docente di Sociologia politica della Statale si aspettava che il consenso del sindaco "risentisse maggiormente sia delle difficoltà generali, sia di alcuni passi falsi nella comunicazione che lui stesso ha ammesso di aver compiuto all'inizio".
Se non proprio una caduta libera, Paolo Natale era pronto a tradurre il contraccolpo "in una riduzione di una decina di punti della fiducia per Sala, che sarebbe tornato agli stessi livelli del 2018". Certo, anche così, visti i tempi e soprattutto le prossime elezioni, un dignitosissimo 54 per cento non era da buttare. E, invece, le polemiche sulla condivisione social della campagna Milano non si ferma, per dire, o alcune frasi un po' troppo ruvide formulate sullo smart working non sembrerebbero aver pesato troppo sull'immagine del sindaco: i giudizi positivi raccolti restano lì, ancorati a un 63 per cento. Un dato molto simile a quello – il 65 per cento – della Milano che correva nel 2019. Tradotto: sei milanesi su dieci promuovono (ancora) Sala. Nonostante l'effetto Covid.
di
Alessia Gallione
Possibile? Per il docente di Sociologia politica, sì. Ed è questa la lettura che dà: "Nei momenti di crisi, avere una figura di riferimento che possa rappresentare una rassicurazione per il futuro diventa più importante anche di alcuni messaggi inviati durante l'emergenza. E successo anche durante le ultime elezioni regionali: i presidenti sono stati rieletti con un consenso più forte di quello che ci si immaginava. I milanesi si sentono ancora nelle sabbie mobili e avere una garanzia è quello che conta, anche più dei giudizi negativi che si possono avere su alcune politiche dell'Amministrazione".
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Alessia Gallione
L'indagine, fatta su un campione di quasi 900 milanesi distribuiti tra centro, semicentro e periferia con interviste via web poi rielaborate come solitamente si fa nei sondaggi, fotografa anche il livello generale di percezione della qualità della vita. Che è ancora stabile – e molto alto – all'87 per cento. È pescando tra i giudizi negativi, però, che arriva quella che potrebbe sembrare una sorpresa e può invece aiutare a interpretare la reazione alla nuova normalità: diminuiscono (dal 24 al 18) coloro che dichiarano di voler cambiare zona. E su queste riposte potrebbe influire la strategia della città a 15 minuti di distanza che la giunta vuole costruire: "Con i vari lockdown molte più persone hanno vissuto i loro quartieri come piccole città nella città e si sono accorte di quello che avevano attorno – spiega l'esperto della Statale – . Leggiamo così anche i livelli di soddisfazione molto alti per la dotazione commerciale o il verde". Inevitabilmente in calo invece, i pollici all'insù per i luoghi di svago o le occasioni culturali congelate dal Covid.
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Alessia Gallione
Queste indicazioni possono valere anche in vista del voto del 2021? Il governo sembra intenzionato ad aprire le urne tra maggio e giugno. Sei mesi in politica sono un'eternità. Ancor più in mezzo a una pandemia e con l'incognita dell'avversario che il centrodestra deve scegliere. Ma, qui sì, l'effetto Covid diventa fondamentale. Sala è stato il sindaco della Milano dell'Expo che cresceva. Ora dovrà dimostrare di poter essere anche il sindaco della ricostruzione. Per Natale è la chiave: "Dare ai milanesi la speranza del futuro, coinvolgendo il più possibile i vari settori della società nell'elaborazione dei progetti per la Milano che verrà. In parte lo sta già facendo con "Fare Milano". Proprio perché il centrosinistra fa maggiore fatica nelle periferie, poi, sarà importante puntare su quei quartieri dove si ascoltano mugugni per le politiche ancora troppo centripete".
Le interviste sono state fatte la scorsa settimana, prima che Sala annunciasse la sua ricandidatura. E le risposte sono state riponderate, come si dice in gergo, anche in base all'autocollocazione politica. Se Sala aumenta di un punto la già elevatissima fiducia che aveva tra i suoi elettori del 2016 raggiungendo il 92 per cento, il calo maggiore – dall'85 per cento all'81 – si trova tra coloro che avevano votato la sinistra-sinistra di Basilio Rizzo. "Un risultato coerente con i giudizi negativi che arrivano soprattutto da chi sta vivendo le difficoltà non solo economiche maggiori dovute al Covid: piccola borghesia, precari, partite Iva", dice Natale. In generale, l'86 di chi si considera di centrosinistra ha un giudizio positivo del sindaco; è il 70 tra i centristi e il 41 nel campo del centrodestra. E il Covid sembra aver fatto emergere anche più pareri dalla zona d'ombra. Più di un terzo dei milanesi (il 36 per cento, era il 35 nel 2019) promuove l'operato della giunta, mentre le bocciature passano dal 16 per cento al 20 per cento rosicchiando terreno alla maggioranza del "né bene né male".
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