Con il termine balbuzie si indica un disordine del linguaggio che si traduce in ripetizioni involontarie di sillabe o parole, nel prolungamento di determinati suoni, in blocchi durante la conversazione o in pause prima di parlare. Nonostante abbia già formulato mentalmente un pensiero, il paziente non è in grado di esprimerlo poiché ha difficoltà a trovare le parole al momento giusto nei tempi limitati del dialogo.
Si stima che ne soffra circa l'1% della popolazione, di cui l'80% è rappresentato da uomini. Il sesso femminile presenta una maggiore predisposizione a guarire più velocemente e definitivamente rispetto al sesso maschile.
Solitamente questa alterazione del versante elocutorio, nota anche come disfluenza verbale, compare all'età di 3-6 anni ma, in alcuni casi può, altresì, manifestarsi nel periodo adolescenziale o da adulti. L'intensità della problematica muta da individuo a individuo. Essa si manifesta variabilmente a seconda del contesto o del numero di uditori. Talvolta il disturbo scompare in determinate situazioni, come il canto o la ripetizione di un testo appreso a memoria.
Cos'è la balbuzie primaria
Detta anche pseudo balbuzie, la balbuzie primaria insorge nell'infanzia. Dati alla mano, ne soffrirebbe oltre il 30% dei bambini. Tipici della stessa sono le ripetizioni, i prolungamenti di certi vocaboli (estensione forzata di alcune consonanti, generalmente quelle d'inizio parola) e i blocchi vocali. Questi ultimi corrispondono a interruzioni del suono, seguite da un arresto del flusso di aria e da un possibile blocco del movimento articolare della lingua e delle labbra.
Il piccolo non dovrebbe essere aiutato dall'adulto nel completamento della frase, ma deve capire da solo il suo problema. Questa forma è reversibile e in genere scompare in maniera spontanea, senza dover ricorrere alla logopedia. Più problematico è il versante psicologico. L'ex balbuziente, una volta adulto, a causa delle eventuali delusioni subite in passato corre il rischio di essere particolarmente sensibile in alcune circostanze, anche se il disturbo è stato sconfitto. Nonostante ciò, dunque, in situazioni di forte stress potrebbe verificarsi la ripetizione di una o due parole all'interno di un discorso.
Cos'è la balbuzie secondaria
La balbuzie secondaria si manifesta tipicamente durante l'infanzia e la pubertà, ovvero tra i 6 e i 14 anni. Se il disturbo primario consisteva solo nella difficoltà di dialogare in maniera fluida, quello secondario, invece, è accompagnato anche da movimenti riflessi. Il paziente, infatti, tende a non guardare negli occhi l'interlocutore per timore di essere giudicato oppure sbatte continuamente le ciglia durante il discorso. Questo movimento potrebbe essere uno stimolo per cercare di scandire la ritmicità delle parole.
Non è raro che chi soffre di balbuzie presenti anche modulazioni dell'umore, tic e carattere irrequieto. Quando il balbuziente sa di dover conversare con un'altra persona, viene assalito dall'ansia di sbagliare e di fare brutta figura. Di conseguenza i muscoli che avvolgono le corde vocali si irrigidiscono e il disturbo diviene ancora più marcato. Nella maggior parte dei casi esso è l'esito di ansie, conflitti e traumi psicologici subiti in tenera età. L'organismo si oppone e la ribellione si riflette nelle problematiche del linguaggio.
Cause della balbuzie
La balbuzie è la conseguenza di una serie di fattori di tipo comportamentale, psicodinamico, organico e funzionale. Le cause della balbuzie primaria o "evolutiva" sono ancora sconosciute. Si è focalizzata l'attenzione su influenze genetiche. Se il bambino, in particolare maschio, manifesta difficoltà a esprimersi verbalmente e nel caso questi avesse parenti stretti balbuzienti, il rischio di mantenere il disturbo anche in età adulta è tre volte superiore rispetto a chi non li ha. Tuttavia, è doveroso puntualizzare che il 40-70% dei pazienti non presenta legami di parentela con balbuzienti.
Nel caso della balbuzie acquisita, la disfunzione verbale potrebbe essere causata da gravi traumi, quali neoplasie cerebrali, ictus e traumi cranici. Esiste, poi, la balbuzie acquisita di origine psicogena, legata ad una brutta esperienza vissuta durante l'infanzia, a un lutto, a un incidente fisico o a una delusione sentimentale. Che sia primaria o secondaria, la problematica viene influenzata negativamente da stati di ansia, scarsa autostima e carenza di sonno.
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