Il primo passo l'ha fatto il ciclismo. La Uae-Emirates sarà la prima squadra a vaccinarsi contro il Covid 19, sfruttando il primo training camp stagionale, a gennaio, ad Abu Dhabi. Il team manager Mauro Gianetti ha dato l'esempio: è stato il primo, su base volontaria, a sottoporsi al vaccino sperimentale cinese Sinopharm (efficace all'86%) nell'Emirato. Assicura che nessuno dei corridori sarà obbligato, ma il vaccino rappresenterà il primo passo ufficiale della squadra di Tadej Pogacar nella stagione 2021. La stessa squadra era stata tra le prime a toccare con mano gli effetti del coronavirus, nel febbraio scorso, e uno dei suoi corridori, il colombiano Fernando Gaviria ha rappresentato una sorta di caso di scuola a causa della propria doppia positività al Covid a 8 mesi di distanza tra la prima, durante lo Uae Tour, e l'ultima, registrata nell'ultima settimana del Giro d'Italia.
Vaccini e doping
Ci si chiede, a questo punto, però, se ci sia un teorico conflitto tra vaccino e il codice mondiale antidoping. Ossia: l'introduzione nell'organismo di una sequenza di Dna o Rna estranea ad esso o i principi attivi contenuti all'interno del vaccino possono rappresentare una violazione del regolamento antidoping? Sottoporsi al vaccino può afferire al capitolo M del codice, quello relativo ai metodi proibiti, come ad esempio le manipolazioni del sangue, le manipolazioni chimico-fisiche o il doping genetico? Le risposte non sono scontate, tanto che la Wada ha in programma un summit, nelle prossime settimane, per il fare il punto della situazione.
Ukad: "Attendiamo responso dalla Wada"
La Ukad, l'agenzia nazionale antidoping britannica, ha emesso uno statement in cui fotografa lo stato dell'arte della discussione. Nick Wojek, head of Science and Medicine, ha dichiarato che "la Wada (agenzia mondiale antidoping) è attualmente in collegamento con le aziende farmaceutiche e la Federazione internazionale di produttori e associazioni farmaceutiche (Ifpma) per determinare se i componenti dei vaccini in fase di sviluppo sono vietati nello sport e se le tecnologie utilizzate pongano delle complicazioni per l'individuazione del doping. Siamo in contatto regolare con la Wada" prosegue Wojek "per ottenere aggiornamenti sui progressi. La Wada ha già confermato che è estremamente improbabile che le sequenze di Rna o Dna utilizzate per tali vaccini violino le norme antidoping. Allo stesso modo, si prevede che il rischio che gli eccipienti utilizzati per tali vaccini creino problemi rispetto alle norme antidoping sarà esiguo. Attendiamo ulteriori aggiornamenti dalla Wada prima di poter consigliare gli atleti su qualsiasi vaccino specifico".
Bach: "Vaccino per gli atleti prima di Tokyo non sarà obbligatorio"
La questione era stata affrontata nelle settimane passate anche da Thomas Bach, il presidente del Comitato olimpico internazionale. In vista dei Giochi di Tokyo, aveva assicurato il n°1 dello sport mondiale, "agli atleti consiglieremo di vaccinarsi come segno di rispetto verso i propri avversari e per il pubblico giapponese. Ma il vaccino non sarà un obbligo". Il Cio comunque renderà disponibili i vaccini per atleti e staff certamente entro l'inizio dei Giochi, nel luglio del prossimo anno. Ma si attende ora un responso definitivo da parte della Wada.
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