AMSTERDAM – Prima di uscire dalla Cruyff ArenA, in una Amsterdam resa goticamente tetra dal deserto serale figlio della pandemia, Ten Hag, l'allenatore dell'Ajax appena eliminato, ha provato a dare alla sconfitta una spiegazione un po' stereotipata: "L'Atalanta ci ha sorpreso, ha giocato all'italiana". Soltanto la prima metà dell'affermazione è vera, perché l'Atalanta ha in effetti sorpreso l'Ajax ma non ha affatto giocato all'italiana, se nella vetusta accezione del concetto, che andrebbe aggiornato anche alla luce dell'offensivismo praticato dalla Nazionale di Mancini, l'etichetta di italianismo calcistico definisce la volontà di difendere e basta.
In realtà Gasperini ha fatto ben altro: ha realizzato la sua ennesima impresa modellando la propria squadra sulle esigenze della partita e facendo tesoro dei problemi dell'andata, ma non ha mai rinunciato a colpire e infatti ha vinto. Era già accaduto col Liverpool, schiantato al ritorno ad Anfield dopo la batosta di Bergamo, ed è appunto successo di nuovo nel decisivo duello olandese, dopo le sofferenze del primo atto. Si tratta di pragmatismo, ma anche di genialità.
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di
Federico Sala
Gasperini è un uomo concreto e non parla a vanvera. Quando diceva che la priorità fino a dicembre sarebbe stata la Champions, diceva evidentemente la verità. E se adesso dice che la priorità torna a essere il campionato, devono preoccuparsi tutte le pretendenti allo scudetto. Così come, nell'imminente sorteggio per gli ottavi di finale della Champions, nessuna tra le potenziali e tutte illustri avversarie – Bayern, Real Madrid, Psg, Machester City, Chelsea e Dortmund – sarà felice, se troverà sulla sua strada l'Atalanta e il suo stratega.
Il consiglio di Ancelotti: vieni in Premier
Che Gian Piero Gasperini sia un'eccellenza della panchina lo racconta d'altronde il suo curriculum, dopo la buona carriera da centrocampista solido e creativo, con i picchi di rendimento al Palermo e al Pescara senza però la laurea da campione. Da allenatore, invece, ha luccicato presto e non smette di brillare.
Dal torneo di Viareggio vinto con la Primavera della Juventus nel 2003 alla promozione in B, che consegnò il Crotone al calcio che conta. Dalla promozione in A alla qualificazione in Champions sfiorata col Genoa. Dai due terzi posti alla semifinale di Champions sfumata in extremis con l'Atalanta contro il Psg, nella Final Eight di Lisbona. Fino alla consacrazione massima, per chi fa il suo mestiere: il plebiscito della categoria. Votato appunto dai suoi colleghi, ha conquistato la Panchina d'oro nel 2019 ed è arrivato quinto tra gli allenatori Uefa del 2020 dietro la compagnia tedesca – Flick, Klopp, Nagelsmann e Tuchel – ma a soli 8 punti dal podio. Dove salirà certamente a fine anno, essendo stato inserito nella rosa dei tre migliori allenatori del Globe Soccer Award, insieme a Flick e Klopp, leader del Bayern campione d'Europa e del Liverpool campione del mondo.
Gasperini è in sostanza oggi il tecnico italiano di club con più consenso a livello internazionale e non a caso il gioco della piccola Atalanta, modello tattico d'avanguardia, è assurto a prototipo studiato e imitato anche in Germania e in Inghilterra, che in questo momento rappresentano l'università della panchina: l'una per i successi della scuola tedesca e l'altra perché la Premier League è diventata il variegato consesso degli allenatori più noti e più pagati del mondo.
Ancelotti, che della Premier è ormai un veterano, ha suggerito a Gasperini di provare l'esperienza di un campionato più vicino all'essenza del calcio come sport e più lontano dalle polemiche. La Roma lo ha cercato, la Fiorentina potrebbe, lo United perché no. I tifosi dell'Atalanta fanno gli scongiuri perché non accada niente, mentre chi ha scongiurato almeno in teoria ogni rischio è il presidente, Antonio Percassi, rinnovando il contratto all'allenatore fino al 2023, per una cifra ignota ma non certo da piccolo club. D'altronde Gasperini è un re Mida: ottiene risultati storici, valorizza i calciatori sul mercato e moltiplica gli incassi, come accadrà anche in questa stagione con un minimo di altri 50 milioni di euro dalla Champions.
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Luca Percassi e il caso Gomez
Qualche ora prima della partita con l'Ajax, ha dunque creato il panico tra gli atalantini lo scenario prefigurato sui social in forma anonima, come conseguenza dell'accesa discussione da spogliatoio tra Gasperini e il capitano Gomez. Non avevano dubbi gli anonimi analisti via audio: il giocattolo si è rotto, il mister si era dimesso e comunque si dimetterà a fine partita oppure se ne andrà il Papu a gennaio. Nulla di tutto questo è successo e anche le più morbide ricostruzioni della vicenda – la discussione in campo col Midtyilland perché Gasperini voleva Gomez a destra, il no del capitano, i toni concitati nello spogliatoio, Ilicic che prende le parti del Papu, l'allenatore che lo sostituisce proprio con Ilicic, il successivo chiarimento a Zingonia, l'estromissione di Gomez e Ilicic dalla lista dei convocati per domenica scorsa a Udine, la tregua del presidente in funzione Champions, l'appello degli ultras a perseguire il bene della squadra, l'accusa mediatica a Gomez di anteporre la speranza di giocare da titolare nell'Argentina all'Atalanta – sono state annacquate dall'impresa di Amsterdam.
Gasperini ha lasciato la fascia da capitano all'argentino, ma ha chiarito comunque che il capo è lui e che le sue scelte tecniche non possono essere messe in discussione dai giocatori. Gomez ha fatto finta che non fosse accaduto nulla, limitandosi a parlare "di una squadra che fa la storia" e con ciò escludendo l'ipotesi di addio a gennaio per un'altra squadra di serie A o per andare all'estero, dopo il rifiuto della ricca offerta araba estiva. Non ha fatto finta di niente Luca Percassi, l'ad: rilevando che in tutte le famiglie ci sono discussioni quotidiane e che talvolta sono particolarmente accese, ha di fatto ammesso che il battibecco in questione c'è stato e che non è stato certo leggero. Ma ha voluto anche chiudere il caso: resteranno tutti e due, Gasperini e Gomez, ha dichiarato. L'evoluzione della storia si vedrà in campionato: Ilicic ad Amsterdam non è neppure entrato. Il capo dello spogliatoio è l'allenatore: Gasperini su questo non transige. Battendo l'Ajax, è come se avesse vinto due volte.
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