ROMA – "Il rischio è la terza ondata" di Covid-19 "che è un fatto quasi certo. Questo problema c'è e dipenderà da noi la terza ondata. Perché questo virus continua nella sua azione, cerca tutti i soggetti suscettibili, lui vuole diffondersi alla grande". E' il monito lanciato da Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano, oggi ad 'Agorà' su Rai3. "Al di là di alcune variazioni genetiche che ha avuto", ha spiegato l'esperto, il coronavirus Sars-CoV-2 è "sostanzialmente ancora uguale a quello del primo momento e noi dobbiamo ad oggi continuare in questa opera di contenimento. Ci stiamo rendendo conto che questa è una maratona, non uno sprint".
E durante la maratona, ha proseguito Pregliasco, "qualche momento per prendere fiato ci vuole. Questo possiamo farlo e il Dpcm ce lo consente anche, ma non dobbiamo sfruttarlo fino in fondo perché di fatto dovremo andare sotto i 10mila casi. Sarei veramente felice se fossero almeno 5-10 mila per poter prevedere di nuovo il tracciamento e l'individuazione di quei focolai che ora si perdono".
Quanto ai numeri attuali di Covid-19 nel Paese, Pregliasco ha sottolineato come "un confronto con altri Paesi è sempre difficile, perché le modalità di notifica sono diverse. Dovremo valutare meglio il dato più grezzo, cioè la mortalità complessiva perché Covid contribuisce a volte in modo determinante e unico, a volte come cofattore, rispetto a situazioni di fragilità. E' vero che per la maggior parte dei pazienti che perdiamo oggi si tratta di effetti di patologie che sono state acquisite" in tempi diversi, "a volte nella fase espansiva della seconda ondata, quindi una carriera di sofferenza impegnativa".
Quindi, a parte il numero di casi "sempre migliore" e la "riduzione delle presenze in terapia intensiva", questo aspetto dei decessi va visto come "qualcosa che andrà a migliorare nell'arco di due o tre settimane, però il rischio adesso è la terza ondata", ha ribadito.
Precauzioni come le mascherine "dovremo mantenerle finché non arriveremo all'immunità di gregge, che necessita il 60-70% di persone vaccinate" contro il Covid. Pregliasco poi precisa che "la Gran Bretagna ha voluto, per motivi politici, bruciare tutti per mostrare la sua indipendenza, ma la signora" diventata famosa come la prima vaccinata "non è stata la prima. Bisogna ringraziare le decine di migliaia di persone che si sono sottoposte alla vaccinazione durante gli studi clinici".
"La velocità con cui arriveremo alla immunità di gregge – ha proseguito Pregliasco, direttore scientifico dell'Istituto Galeazzi di Milano – ci renderà più liberi, non liberissimi. non si può pensare che il vaccino azzeri la diffusione del virus, resterà una quota di soggetti suscettibili e per questo bisognerà per tutto il 2020 e 2021 andare avanti con queste precauzioni". Rispetto alla durata della protezione della vaccinazione Pfizer, ha precisato l'esperto, "i virologi da bar hanno imparato le fasi 1-2-3 della sperimentazione sul vaccino, ma è la fase 4, di farmacovigilanza, che ci permetterà di valutare l'andamento della copertura vaccinale e la sua durata". Si tratta, ha concluso, di "una valutazione di approfondimento delle caratteristiche del vaccino, della sua sicurezza e degli eventi avversi più rari, che fa parte della storia di ogni procedura farmaceutica".Original Article
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