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“Spalancate tutto per 5 minuti”. Come difendersi davvero dal Covid

In tempi di pandemia da Covid-19 diviene quanto mai fondamentale favorire il ricambio d'aria all'interno degli spazi chiusi per ridurre la circolazione del virus. Si tratta di una buona abitudine già mantenuta da molte famiglie, ma che ora risulta essere un'alleata importante per limitare i contagi, specie fra le mura domestiche.

A dare questo consiglio è proprio l'Istituto superiore di sanità (Iss), che spiega come purtroppo le abitazioni siano diventate uno dei luoghi principali in cui si verificano focolai. Un valido aiuto potrebbe essere proprio quello di riciclare l'aria e ventilare spesso le stanze di casa."Negli ambienti domestici abbiamo una scarsa attenzione ai ricambi dell'aria e questo può rappresentare un elemento di criticità per la diffusione delle particelle virali di Sars-Cov-2", ha affermato il dottor Gaetano Settimo, medico del dipartimento Ambiente e Salute dell'Istituto Superiore di Sanità, nel corso della conferenza stampa indetta per fare il punto sull'epidemia nel nostro Paese, come riportato da "Il Messaggero". Naturalmente il professore non si riferisce soltanto alle abitazioni, ma anche agli ambienti di lavoro ed in particolar modo alle scuole."Tutti gli impianti domestici di condizionamento non ricambiano l'aria, ma movimentano l'aria già presente. Se non correttamente gestito attraverso un ricambio con l'apertura delle finestre, ciò può rappresentare un rischio perché c'è una concentrazione di inquinanti chimici oltre alla criticità per la presenza di piu soggetti. È importante aprire finestre e balconi, almeno 5-10 minuti una volta all'ora", ha aggiunto.

Dello stesso avviso anche il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, intervenuto a sua volta nel corso della conferenza."Il ricambio dell'aria è molto importante: se c'è, diminuiscono le probabilità di diffusione dell'infezione da Sars-Cov-2. È assolutamente importante non fare ristagnare l'aria", ha infatti dichiarato. Tutti hanno visto come il numero di contagi sia drasticamente ridotto durante l'estate, quando le temperature hanno portato la popolazione ad aprire più frequentemente le finistre ed ha trascorrere più tempo all'aperto. I contagi sono ripresi con l'abbassamento delle temperature, così come accade per ogni agente patogeno. Gli ambienti chiusi favoriscono la circolazione dei virus, anche del Covid. E, secondo quanto riferito dalle autorità, il 70% dei focolai si sono verificari fra le mura domestiche."Si continua a parlare di droplets, le famose goccioline emesse da una persona infetta. Ci dicono che è necessario mantenere una distanza di uno o due metri. Giusto. Ma non è sufficiente nei luoghi chiusi", ha insisto anche il professor Giorgio Buonanno dell'Università di Cassino."Le droplets hanno un diametro superiore a cento micron. Per la gravità, dopo che sono state emesse, cadono a terra. Ma in realtà il Covid-19, come tutti i virus respiratori, si trasmette anche con goccioline molto più piccole, con un diametro minore di cento micron (aerosol). Questo significa che non cadono a terra, ma restano sospese in aria esattamente come il fumo di sigaretta. Dall'inizio dell'epidemia, ripeto che l'intervento prioritario, per ridurre il rischio negli ambienti indoor, è la ventilazione".

Da qui l'importanza di cambiare spesso l'aria all'interno degli ambienti chiusi, anche in inverno. Una buona abitudine da mantenere a prescindere dal Coronavirus e che in molti già conoscono. Nei luoghi privi di finestre, è possibile avvalersi di impianti di ventilazione meccanica, se presenti, o di purificatori. "Di fatto, prendono l'aria dall'interno, la fanno passare in un filtro Epa, e la immettono di nuovo nello stesso ambiente, ripulita. In generale, queste precauzioni servono anche nelle nostre case, soprattutto quando riceviamo la visita di una persona esterna al nucleo familiare. Ma sono ancora più utili negli ambienti chiusi frequentati, per molte ore, da un numero alto di persone, come scuole, uffici, fabbriche", ha spiegato il professor Buonanno, come riportato da "Il Messaggero". Un esempio è proprio quello degli aeroplani. I contagi si verigicano maggiormente all'interno dell'aeroporto o sui bus che trasportano verso il veivolo, non a bordo dell'aereo stesso, dove è presente un sistema di ventilazione costante.

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