Una sentenza inattesa e che sicuramente farà discutere quella pronunciata oggi a Brescia Corte d'Assise. Un uomo che ha ucciso la moglie è stato assolto perché incapace di intendere e volere a causa di un totale vizio di mente per quello che l'avvocato della difesa aveva definito "un delirio di gelosia". Una tesi che sembra far tornare il Paese indietro di decenni e che, anche se bisognerà aspettare le motivazioni, sembra essere stata accolta dai giudici. Si è chiuso così il processo a carico di Antonio Gozzini, 70enne che un anno fa in città uccise la moglie Cristina Maioli, insegnante di scuola superiore che era stata poi vegliata per ore dal marito.
La difesa dell'uomo, che non era presente in aula, aveva chiesto l'assoluzione ritenendo incapace di intendere e volere Gozzini al momento dell'omicidio, come riconosciuto dalla Corte, mentre il pm Claudia Passalacqua aveva chiesto l'ergastolo.
Il 4 ottobre 2019 Gozzini, ex assistente tecnico scolastico, in cura per depressione, aveva prima tramortito con un mattarello e poi colpito alla gola e alla testa con un coltello la moglie, tentando poi di togliersi la vita tagliandosi le vene. Era stato salvato da un amico cui aveva telefonato dopo il delitto.
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