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Scontro Maria Elena Boschi e Lilli Gruber: era solo un bel match. Politico. Tra signore

Andare alla sostanza, talvolta, costerebbe meno fatica. Ma certo non produce quell'ineffabile carburante che si chiama chiacchiericcio (o polemica social), utilissimo ai titoli della politica del giorno per giorno.

E la sostanza sembra proprio dire che quello consumato tra Lilli Gruber e Maria Elena Boschi è stato un match, in piena regola del contraddittorio, tra due signore del giornalismo e della politica. Peccato che da noi si trasformi, quasi per sindrome da soffocamento ormai, in una spirale di rivendicazioni femministe, accuse reciproche di inconsistenza, e onde di solidarietà che potrebbe essere spesa (in tempi come questi, soprattutto) per miglior causa.

Boschi contro Gruber: "Le interessano più le mie foto che i contenuti politici"

di

Giovanna Vitale


Quello andato in scena su La7 è stato uno scontro sui modi di intendere priorità e responsabilità, tra politica e dovere di rappresentanza. Nel pieno e brillante esercizio, verrebbe da dire, delle loro (diversamente pubbliche) funzioni: anchorwoman di autorevole corso la prima, deputata e già ministra e sottosegretaria di Stato, Maria Elena Boschi, oggi in Iv.

Due interlocutrici forti, attrezzate dialetticamente per i loro noti percorsi professionali, e in nessun caso a disagio di fronte alle telecamere: che hanno duellato, da posizioni certamente distanti. Sia sulle minacce di far saltare il governo per la legittima querelle sui 6 manager del progetto Recovery, tentazione che l'ex premier Renzi non ha nascosto in alcuni accenti; sia sulle foto (di un attimo) senza mascherina della ex ministra Renziana in un parco col fidanzato, questione indiscutibilmente e di gran lunga minore, ma non per questo impossibile da domandare a chi, sedendo in Parlamento, sa bene che anche un selfie o una foto in shorts può essere oggetto di una domanda, a cui rispondere comunque. Anche col garbo che ha usato. Ma non da cassare.

Ecco perché quel confronto è stato interessante politicamente, teatrale ma con stile, pause e alzate di ciglio degne di palcoscenico e anch'esse di legittima ironia ma con levità – come dovrebbe essere perfino prevedibile in una intervista politica all'esponente di una forza di maggioranza che esprime critiche legittime.

Questa, e solo questa, se proprio si vuol mandare in loop la storia, è la scena.

Due teste che forse (per usare un eufemismo 'femminile' reo confesso) non condividono esattamente la stessa visione sul modo di cooperare per il Paese e sulla crisi devastante in cui siamo precipitati.

Eppure, ancora una volta vengono agitate questioni di discriminazioni laddove, per merito di entrambe, davvero nessuno ne sentirebbe il bisogno. Uno scontro civile e democratico (il Parlamento delle ultime Repubbliche ci ha abituato a sapori ben più forti ) viene tuttavia rubricato, in pochi minuti, a sterile disputa femminile, anzi nella declinazione più perfida, alla Mankiewicz: nel solco dell'immortale Eva contro Eva. Derive da entrambe le sponde, beninteso, come mostra la serie copiosa di tweet e post. Coro di brava per la giovane (quarantenne, certo) Boschi che si è lamentata di essere stata attaccata dalla potente Gruber, per qualcuno incalzata dalla intervistatrice dalle simpatie "contiate"; o addirittura nel mirino per l'ancestrale conflittualità che può suscitare una fascinosa ex ragazza con la frangetta. E dall'altro lato, complimenti alla signora dal piglio giornalistico indomito che in passato ha imbarazzato: sia il fu ministro Salvini (con la domanda sulla Isoardi che ne aveva pubblicato caste foto sul letto) ; sia, più di recente, il premier Conte , lievemente irritato dalla sua domanda, sul perché non chiamasse Mario Draghi a farsi dare consigli su come procedere sul Recovery.

Forse è ancora lontano il tempo fortunato in cui, se Gruber e Boschi si scontrano in tv su governo politica e mascherine, ci si potrà liberarsi dal cappio delle discriminazioni e dei facili automatismi da tastiera. Se Vespa avesse duellato con un prestante deputato quarantenne (non ci sovvengono nomi), qualcuno avrebbe teorizzato la gelosia per la forma fisica del suo interlocutore? In tantissimi casi, Eva contro Eva sono stati due azzimati signori.

Lasciamo alle signore professioniste quei contraddittori di cui è pieno il giornalismo anglosassone. Un match. Di quelli che avvengono e forse dovrebbero capitare di più: senza menarne scandalo, né vanto.

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