PARIGI- A pochi giorni dell’anniversario degli accordi di Parigi sul Clima, Emmanuel Macron fa un elogio del nucleare e ribadisce che la Francia non rinuncerà all'atomo. “Il nostro futuro ecologico ed energetico passa dal nucleare”, ha detto il leader francese visitando lo stabilimento Framatome che lavora sia sulla filiera civile che militare. Il suo discorso, criticato dagli ambientalisti, non è una sorpresa assoluta: da De Gaulle in poi nessun Presidente ha mai voluto rinunciare all’atomo. Al tempo stesso Macron si è presentato come uno strenuo difensore in Occidente degli accordi di Parigi, anche rispetto al negazionismo di Donald Trump.
Come segnale forte nella difesa dell'atomo, Macron ha annunciato che la nuova portaerei francese sarà a propulsione nucleare. Peserà 75mila tonnellate per circa 300 metri di lunghezza, contro le 42mila tonnellate per 261 metri della Charles-de-Gaulle. Verrà costruita nei Chantiers de l’Atlantique che dovrebbero diventare di proprietà di Fincantieri anche se tutto è bloccato presso l'Antitrust europeo. Anziché scegliere un sistema di propulsione diesel più economico, il governo di Parigi ha deciso di puntare sul nucleare per preservare a lungo termine le "competenze tecniche, tecnologiche e industriali di tutto il settore". "Il nucleare rimarrà la pietra angolare della nostra autonomia strategica", ha detto Macron, per il quale il nucleare civile e militare sono legati. La “force de frappe” è un elemento irrinunciabile per la Francia, struttura la politica estera e nessun partito la mette in dubbio.
Le parole di Macron sembrano uno schiaffo a qualche giorno dal quinto anniversario degli accordi Parigi. Gli ambientalisti insorgono per il suo elogio del nucleare ricordando i rischi delle attuali nucleari, molte ormai vetuste e finora solo una, quella di Fessenheim vicino al confine tedesco, è stata chiusa. E non mancano i problemi su quelle nuove: la costruzione del reattore nucleare Epr a Flamanville sulla Manica ha riscontrato diversi guasti tecnici e di sicurezza. Il governo risponde agli ambientalisti che l’atomo è una soluzione contro l'obiettivo di ridurre le emissioni di Co2 – previsti dagli accordi di Parigi – ma promette anche di diminuire la parte del nucleare nella produzione energetica dal 75 al 50% entro 2035. Era un obiettivo avviato sotto la presidenza di François Hollande, poi ritardato di dieci anni da Macron. “A condizione che si facciano progressi in materia di scorie e sicurezza, l'energia nucleare è un'energia senza carbonio e sicura” ha spiegato Macron.
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