"È un anno buio per tutti, ma per Venezia è davvero pesante e sembra non vedersi la fine. Ora ci mancava solo la marea…" Giovanni Montanaro, professione avvocato e scrittore, autore de "Il libraio di Venezia" edito da Feltrinelli che racconta l'"acqua granda" del 12 novembre scorso e la reazione della città, risponde al telefono da casa, dopo un giro tra le calli coperte dall'acqua alta tra San Giacomo e San Marco.
Il Mose ha funzionato per giorni proteggendo Venezia dalle maree. E oggi?
"Oggi Venezia è preoccupata e dispiaciuta. Ci eravamo ben abituati con il Mose. Per fortuna non diluvia, non c'è vento forte, ma l'acqua sta salendo. Il Mose viene attivato quando si prevede che l'acqua arrivi a 130 centimetri e fino a questa mattina non sembrava dovesse salire così tanto. Questo pone due grandi problemi".
Quali?
"Il primo riguarda le previsioni: anche lo scorso anno, in quel drammatico novembre, l'acqua salì di 42 centimetri più del previsto. Mi chiedo quindi se qualcuno abbia sbagliato le previsioni o se con questo clima impazzito non sia più possibile immaginare un cambiamento metereologico con 48 ore di anticipo".
Maltempo, Venezia sott'acqua: polemiche sul Mose. Il procuratore di San Marco: "Situazione drammatica"
E il secondo problema?
"È strettamente connesso al primo e riguarda la lentezza del sistema. Non sono un tecnico ma servono molte ore perché le paratoie si alzino. Si potrebbe abbassare il limite raggiunto il quale le barriere si sollevano ma accadrebbe così di frequente che potrebbero passare molte meno navi commerciali. Come per il Mose, anche per noi veneziani è questione di centimetri: 5 in più o in meno fanno ancora la differenza perché in base alle previsioni spostiamo frigoriferi, elettrodomestici, libri, mobili".
Nel suo romanzo racconta la disperazione dopo l'eccezionale marea del 2019 ma anche la voglia di rinascita dei veneziani. Oggi i danni ci sono ma sembrano contenuti, come sta però la città?
"C'è gente a passeggio, ma non c'è allegria. Ho in testa questa immagine degli spazzini, un po' tristi, che portano via le passerelle che erano state messe all'altezza sbagliata. Ci stavamo abituando ma ci siamo ritrovati spiazzati: con il Mose pensavamo di esserne usciti e invece…. Dopo l'acqua alta dello scorso anno c'è chi aveva fatto molti acquisti, re-investito nella propria attività con l'idea che il problema fosse stato risolto. E invece quest'anno non finisce mai, per Venezia è ancora più pesante: ho visto tante botteghe con l'acqua dentro ma nessun commerciante. Dopo le chiusure a causa del Covid è una mazzata ulteriore e qualcuno non avrà avuto nemmeno la voglia di scendere e rimettere a posto".Original Article
Commenti recenti