MILANO – L’effetto Greta rilancia sulle rotaie europee i mitici Trans Europe Express (Tee). Le ferrovie tedesche, francesi, svizzere e austriache hanno raggiunto un’intesa per far ripartire già dal 2021 i servizi diretti e ad alta velocità tra diverse nazioni senza cambi di convoglio, senza controlli doganali e con appositi servizi notturni. I “Tee 2.0” – così sono stati ribattezzati – partiranno a fine del prossimo anno con le tratte Vienna-Monaco-Parigi e Zurigo-Colonia-Amsterdam e dal 2022 i collegamenti da Zurigo dovrebbero allungarsi verso sud fino a Roma (via Milano Lambrate) e Barcellona. Il viaggio da Roma ad Amsterdam dovrebbe durare circa 13 ore. Le quattro società ferroviarie si sono accordate per uniformare prezzi, sistemi di prenotazioni e controlli. E contrariamente ai gloriosi predecessori della stirpe Tee – che offrivano solo biglietti di prima classe – avranno anche offerte più economiche con la possibilità di agevolazioni tariffarie approvate dall’Unione Europea. “E’ un modo per offrire mobilità alternativa a bassissimo impatto ecologico”, ha detto Vincent Ducrot, amministratore delegato della rete elvetica, preannunciando che entro il 2024 l’offerta dalla Svizzera passerà da 5 a 24 tratte.
La resurrezione dei Tee arriva in un momento di grande trasformazione per il mercato dei trasporti della Ue. La vecchia versione di questo servizio è nata in effetti assieme all’idea di un Europa Unita con il lancio da parte della Cee nel 1957 dei Trans Europe Express, i collegamenti rapidi e di lusso diventati nell’epoca del boom una sorta di status symbol e di sinonimo di viaggio per ricchi. Specie per la generazione dei baby-boomer che ha iniziato a muoversi nel Vecchio continente con l’Interrail. A far tramontare questa rete è stato l’avvento delle linee aeree low-cost. Un poco alla volta il servizio del Tee è andato in declino e a metà degli anni ‘9 è sparito del tutto.
Il rilancio nasce da due fattori: il primo è la liberalizzazione dei trasporti ad alta velocità in Europa e la possibilità oggi di viaggiare su materiale rotabile più uniforme che non obbliga a cambiare locomotiva o carrozze per problemi di alimentazione o scartamento. Il secondo, appunto, è l’effetto Greta, ovvero la nascita di una generazione di viaggiatori ambientalmente consapevoli che non vuole viaggiare in aerei per motivi ecologici: un’andata e ritorno tra Londra e Parigi su rotaia genera 22 kg. di CO2 contro i 244 di un jet. Sulla Milano Roma siamo a 14 kg. contro 94. Sembrava una moda passeggera. Invece questa piccola nicchia di mercato non solo resiste ma continua a crescere. E ha giustificato la scelta dei quattro colossi dei treni di riesumare dalle antologie ferroviarie i gloriosi Tee.
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