AGI – “Riteniamo che ci sia stato un attacco ingiustificato e immeritato al buon lavoro fatto da tutti quanti gli operatori. Se ci sono state disfunzioni, sono io che, personalmente, chiedo scusa a tutti gli assistiti, ai parenti, perché può accadere, però ci auguriamo di andare a verificare una per una le situazioni ed oggi siamo qui anche, con l'ausilio diretti responsabili delle unità operative, per cercare di fare chiarezza”. Lo ha detto oggi il direttore generale dell'Asl Taranto, Stefano Rossi, a proposito delle segnalazioni e degli esposti che parenti di alcuni pazienti affetti da Covid all'ospedale Moscati hanno fatto anche alla Magistratura. Segnalati furti di oggetti, scomparsa di effetti personali, ma anche casi di assistenza carente e di scorretta deontologia professionale. Come il caso di quell'anziano, poi deceduto, per il quale un medico – Angelo Cefalo del 118 di Taranto, oggi presente in conferenza stampa – avrebbe detto alla figlia, secondo quanto affermato da quest'ultima, “tra dieci minuti morirà, preparatevi”.
A proposito della denuncia circa gli oggetti e gli effetti personali scomparsi, il dg dell'Asl di Taranto ha detto: "Oggi mostriamo anche le foto dei tanti effetti personali, telefoni, piccoli oggetti preziosi, valigie, vestiti, carica batterie. C'è di tutto. Spesso abbiamo difficoltà a convincere i parenti del paziente deceduto per Covid, a venirli a ritirare". "Quindi se qualcosa non si è più ritrovato, invitiamo i diretti interessati a rivolgersi serenamente all'ufficio Asl relazioni con il pubblico per verificare se queste cose ci sono ancora”.
A proposito dei 290 casi positivi, picco mai toccato sinora, registrati ieri a Taranto e provincia, Rossi ha detto: “Purtroppo sì è verificato che un laboratorio privato ha registrato tra sabato e domenica, sembrerebbe, tutti i positivi dell'ultimo mese. Quindi un dato assolutamente incongruo, fuori scala, non giustificato, non rispettoso della fotografia attuale e purtroppo ci è stato segnalato”. “Cercheremo di correre ai ripari – ha aggiunto il dg dell'Asl di Taranto – perché anche i laboratori privati che sono stati messi in rete, contabilizzino, perdonatemi questo termine, quotidianamente i casi positivi, altrimenti accade quello che è successo”. Circa i tanti casi e i tanti decessi che si registrano nel Tarantino, dove sono stati attrezzati più ospedali, l'ospedale della Marina Militare ed una clinica privata accreditata a Taranto, Rossi ha sostenuto che “purtroppo l'andamento pandemico non è finito, altrimenti non saremmo qui a discutere delle misure di contenimento che vengono prese. Non siamo fuori dalla crisi. Questa seconda ondata purtroppo Taranto non si è distinta rispetto all'andamento generale e regionale”.
Giovanni Buccoliero, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Moscati di Taranto, è intervenuto dicendo: “Siamo stati definiti eroi nella primissima fase. Ma non eravamo eroi, eravamo gente che stava lì a curare le persone, a salvare le persone da questa malattia di cui in forme severe si tende comunque a morire. Ma non siamo adesso né ladri, né delinquenti, né come qualcuno possa definirci in maniera diversa. È gente che lavora, dall'infermiere all'operatore socio-sanitario al pulitore”.
Difendendo il lavoro svolto all'ospedale Moscati, il direttore delle Malattie infettive ha parlato di “gente che rischia la propria vita, costantemente e continuamente. Mi sembra del tutto ingeneroso – ha dichiarato – tutto questo attacco mediatico senza ricordare che siamo in piena pandemia e stato emergenziale”.
Buccoliero ha ricordato come qualche mese addietro, stando ai dati del bollettino Covid della Regione Puglia, “avevamo circa 1700 casi”. “Al 30 novembre ne abbiamo avuti 6700, quindi più di 4mila nuovi casi” ha affermato ancora il primario Buccoliero, evidenziando poi “l'impegno della medicina territoriale e del 118, che ha fatto quel triage continuo, l'essersi fatti carico, in brevissimo tempo, di tanti pazienti”, nonché la particolarità della fase affrontata “in cui la stessa direzione strategica”, si intende quella Asl Taranto, “ha dovuto riconvertire gli ospedali e trovare altri posti letto. Oggi – ha precisato il direttore Buccoliero – sappiamo che abbiamo una rete ospedaliera che è in grado di dare tutto il massimo che si possa avere senza affanno e senza stato emergenziale. Questo, in sintesi, è quello che abbiamo fatto noi”.
A dare la sua versione dei fatti è stato il medico protagonista della vicenda che avrebbe detto alla figlia dell'uomo, via cellulare, che il padre non collaborava col personale sanitario e che tra dieci minuti, comunque, sarebbe morto. “Non ricordo tutto – ha spiegato – , dissi dieci minuti perché io dovevo mettere un pò di timore a questo signore che continuava a dire di no. Non è che gli ho detto dieci minuti e lui, dopo dieci minuti, purtroppo ci ha lasciati. Gli ho detto dieci minuti per intimorirlo e per fargli capire che doveva mettere la mascherina”. L' Asl di Taranto ha insediato una commissione interna per fare luce sulle vicende denunciate
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