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La storia di Sabrina: “Ero un ballerino, ora sono me stessa e insegno a danzare”

"Non aver paura del cambiamento, ama te stessa e ricorda che sei amata così come sei". Sabrina ha messo la sua vita in un video di un minuto e 24 secondi. Un filmato con le foto in dissolvenza, che mostrano un prima e un dopo ma, soprattutto, mostrano il suo vero sé, a prescindere dall’atto di nascita. Alberto Pretto, ballerino riconosciuto a livello internazionale, è partito da Vicenza tanti anni fa e ha ballato in molte città del mondo. Il suo successo più grande però è riuscire oggi a guardarsi allo specchio e gioire dell’immagine riflessa, che poi è quella di Sabrina, 34 anni, insegnante di danza a New York. Il video che celebra questa transizione di genere è stato pubblicato sul suo profilo Facebook, così che tutti possano vedere quel prima e quel dopo. “Mi sono interrogata molto prima di farlo. Mi sono chiesta se fosse giusto cancellare il mio passato e creare una nuova identità. Ma per me non avrebbe avuto senso. Tante persone mi hanno conosciuto com’ero. E allora mi sono detta: io lo abbraccio il passato, questa è la mia storia, questo è ciò che sono. Così posso davvero insegnare qualcosa gli altri. Non bisogna aver paura di essere se stessi. Tutti lo possono fare in ogni momento”.

Una scelta coraggiosa la sua. Ma chi è oggi Sabrina?

“E’ un’insegnante di danza che vive della sua grande passione, in una città meravigliosa come New York”.

Pensa mai di tornare in Italia?

“Ci avevo provato, circa un anno fa. Avevo chiesto di tornare a insegnare in una scuola in Veneto, ma mi è stato detto che non era il caso, ora. Avevo già lavorato lì in passato ma mi è stato risposto che Sabrina Pretto avrebbe creato imbarazzo tra gli allievi. Ma i bambini non hanno mai nessun problema. I problemi se li fanno i genitori. Quindi ho trovato la mia prima porta chiusa. Non voglio fare polemica, prima o poi cambieranno le cose”.

Qual è stato il suo percorso nella danza classica?

“Ho iniziato a 14 anni. Dopo il diploma all’Academie de danse classique Princesse Grace a Montecarlo sono stata stata ingaggiata dall’English national ballet di Londra e poi allo Stadt Theater Koblenz. La danza è il mio grande amore ma mi sono scontrata con la rigidità dei ruoli imposti da questa forma d’arte. Nel corpo di ballo maschile non mi trovavo a mio agio, così sono andata a New York a Les Ballets Trockadero, dove queste differenze di genere sono più sfumate”.

Cosa intende per rigidità dei ruoli nella danza?

“La tecnica è molto diversa: le donne lavorano sulle punte, gli uomini fanno tutto di forza. Con il fatto del partnering i ruoli sono definiti. L’uomo è cavaliere e la donna è molto in vista. Ero costretta a ballare da uomo, nonostante dentro avessi altro. Mi chiedevano di presentarmi in maniera più maschile e io soffrivo. Ma nonostante questo resta la mia passione più grande, più grande dei problemi, persino più importante del mio percorso interiore”.

La danza le ha lasciato più gioia o più amarezza?

“Molta più gioia. Ho ballato in ruoli che mai avrei immaginato, nei teatri in tutto il mondo. Mi sono legata a danzatori e danzatrici, amici. Tutti i pensieri si dissolvevano quando salivo sul palco”.

Il suo percorso interiore quando è cominciato?

“Non c’è proprio una data precisa. È stata una ricerca, una crescita progressiva. Verso i 28-29 anni ho cominciato a sentire la disforia di genere, prima non avevo i mezzi per capire”.

Cosa sentiva?

“Un distanziamento dal mio corpo. Mi sentivo intrappolata nel mio corpo, in quello che indossavo. All’inizio mi sentivo omosessuale, fino a che non ho capito che non era quello: io ero una donna etero, innamorata di uomini. Non ho mai potuto capirlo fino a che non ho fatto la transizione”.

La sua famiglia l’ha compresa?

“Io ho fatto due coming out. Mi ritengo molto fortunata perché mi hanno sempre amata e appoggiata in tutte le mie scelte”.

Adesso quali sono i suoi obiettivi?

“Tornare in Italia, dove ho un fidanzato. E ricominciare da dove sono partita. Mi rendo conto che in Italia non sia semplice: molte persone transgender sono prostitute o sono invisibili e quindi la gente si fa delle idee sbagliate. Ma io ci proverò, senza paura, con la serenità che ho da quando ho ritrovato me stessa”.

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