BRUXELLES – La Commissione Ue proporrà di estendere il mandato di Europol trasformandola nell’autorità in grado di processare i big data continentali nella lotta al terrorismo e ad altre forme di criminalità, come la pedopornografia. Lo annuncia in questa intervista Ylva Johansson, socialdemocratica svedese da un anno responsabile per gli Affari interni nell’Eurogoverno di Ursula von der Leyen. La proposta sarà allegata alla “Agenda europea contro il terrorismo” che Bruxelles metterà sul tavolo proprio oggi su invito dei governi, a partire da quelli di Emmanuel Macron, Angela Merkel e Sebastian Kurz, dopo l’ondata di attentati che a ottobre hanno colpito Francia e Austria.
Commissario, quali sono le proposte di Bruxelles?
“La lotta al terrorismo principalmente è competenza dei governi nazionali, ma ci sono alcuni ambiti in cui l’Unione europea può dare un valore aggiunto. Il primo riguarda la Rete: i terroristi fanno propaganda, reclutano e preparano gli attentati online e in questo ambito l’Europa può fare molto di più dei singoli Stati membri soprattutto nell’attività di analisi dei big data. Proporremo un ruolo per Europol e chiederemo ai governi di fare sforzi nello scambio di informazioni e nell’interoperabilità dei sistemi”.
E poi?
“I confini esterni sono responsabilità nazionale, ma ci sono molte cose che la Commissione Ue può fare come inviare Frontex per dare supporto alle autorità locali e assicurarsi che i governi nel 2023 saranno pronti al lancio del nuovo sistema Efpia grazie al quale potremo subito capire se una persona in arrivo da un Paese terzo costituisce una minaccia: noi premiamo affinché le capitali sviluppino per tempo la tecnologia necessaria”.
I ministri degli Interni a novembre avevano anche auspicato una formazione europea degli imam: nella proposta sarà previsto un meccanismo a tal fine?
“No, non è di competenza dell’Unione ma quello che promuoveremo sarà il taglio di qualsiasi finanziamento alle organizzazioni che non rispettano i valori europei”.
Un altro punto sul quale i governi insistevano era costringere le piattaforme a dare le “chiavi” per entrare nelle chat dei terroristi o dei sospettati in modo da sventare attacchi.
“In questo ambito chiederemo di rinnovare il mandato di Europol per permetterle di cooperare con le aziende private, in particolare con le piattaforme in modo da poter avere accesso ai dati personali dei sospetti terroristi o in caso di altri reati gravi. Ad esempio, se una piattaforma trova del materiale pedopornografico e non sa a quale Paese rivolgersi, potrà passare da Europol che a sua volta lo analizzerà e individuerà alle autorità di quale Paese girare il file. In generale proporremo proprio sia Europol ad avere le capacità tecnologiche di analizzare i big data dei singoli Paesi”.
Dopo il caso del terrorista sbarcato in Italia e poi passato in azione a Nizza, avete annunciato una riforma di Schengen per maggio: quale sarà la filosofia?
“La scorsa settimana abbiamo riunito il primo Forum dedicato a questo tema con tutti gli Stati membri e il Parlamento: abbiamo concordato che è necessario migliorare la governance politica per rendere più efficace il sistema di valutazione sul funzionamento di Schengen e dare risposte più rapide ed effettive. Ora lavoriamo a livello tecnico, quindi in primavera riuniremo di nuovo il Forum Schengen per finalizzare la proposta di maggio”.
A settembre la Commissione ha proposto il nuovo Patto sui migranti che però è arenato nelle discussioni tra ministri dell’Interno: pensa di proporre qualche modifica per sbloccare i negoziati?
“Penso che troveremo un accordo, gli Stati membri hanno assunto un approccio molto costruttivo e proseguiremo il lavoro sotto presidenza portoghese (primo semestre 2021, ndr). Sono ottimista”.Original Article
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