Sembra davvero preoccupato Dario Franceschini che, come riportato da Repubblica, avrebbe avvertito i suoi:"Guardate che stavolta Renzi fa sul serio, sul Recovery andrà fino in fondo". Il ministro della cultura sta tenendo in questi giorni i rapporti l'ex premier al fine di capire fino in fondo il suo gioco. Il timore è che il governo possa questa volta cadere davvero, a causa proprio del leader di Italia viva. Questo avrebbe detto Franceschini a Zingaretti e Orlando alla vigilia del pre-consiglio, dal quale molti punti non sono stati risolti, in particolare riguardo la task force che Conte sta pensando di mettere in campo per gestire i 209 miliardi del Recovery Fund.
Il governo rischia grosso
Non sono pochi, oltre ai capi di gabinetto delle renziane Bellanova e Bonetti, ad avere obiezioni sull'arrivo di straordinari poteri in deroga a pochi manager scelti da Conte, che di fatto commissariano i ministri. Lamentele arrivano anche dai ministeri diretti dal Pd, da Leu e anche dal M5S. Tutti sembrano voler modificare il testo, primo fra tutti Fraccaro, il sottosegretario grillino, anche per non rischiare di incorrere in principi contrari alla Costituzione. A favore, solo Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, rispettivamente il ministro dell'Economia e delle Finanze e quello dello sviluppo economico, che, insieme al premier, sono nel Comitato esecutivo responsabile della cabina di regia sui fondi europei.
Il Partito democratico da una parte sembra in accordo con le obiezioni di Renzi, e dall'altra non sembra neanche gradire il solito metodo di Conte di accentrare sempre tutto, lasciando in disparte il resto della maggioranza. Il timore poi è che alla fine Italia viva mandi a gambe all'aria il governo che proprio solido non è, anche per il fatto che nella maggioranza vi sono molti litigi e divisioni.
Il Pd deve decidere
Alla fine Zingaretti e i suoi devono prendere la tanto temuta decisione, ovvero cosa decidere di fare se Renzi farà cadere il governo. Per il momento meglio non fasciarsi la testa e vedere cosa succede. Almeno per ora, si cercherebbe di convincere il premier a rivedere qualcosa, magari i poteri in deroga.
Intanto, palazzo Chigi e il Ministero dell'Economia e delle Finanze stanno riscrivendo la norma, in modo che tutte le ordinanze dei manager debbano prima essere vagliate dal Cdm. Importante sarebbe anche cercare di riavvicinarsi a Renzi. "Abbassare i toni, pesare le parole, coinvolgere ed includere. Il Paese è già molto provato e non ha bisogno di altri conflitti. Lavoriamo insieme per spendere bene e rapidamente tutte le risorse disponibili" avrebbe detto ai suoi alleati il vicesegretario Orlando.
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