BERLINO – Stephan Balliet, il neonazista che aveva attaccato l’anno scorso la sinagoga di Halle con l’intento di commettere una strage, è stato interrotto dalla giudice mentre negava l’Olocausto. Durante la sua testimonianza al processo in cui è accusato di due assassinii e di plurimo tentato omicidio, Balliet aveva definito le udienze “uno show”, salvo poi lanciarsi in un lungo delirio culminato nella negazione della Shoah. A quel punto sono partite proteste dal pubblico presente in aula e la giudice, Ursula Mertens, lo ha bloccato ricordandogli che il negazionismo in Germania è un reato penale.
Nel corso delle udienze precedenti, Balliet aveva già espresso tesi cospirazioniste e razziste e aveva difeso l’attacco alla sinagoga, definendo gli ebrei “miei nemici”. Il procuratore, Kai Lohse, ha chiesto l’ergastolo per il neonazista, accusato di “uno dei più ributtanti atti antisemiti dalla Seconda guerra mondiale”. Secondo Lohse, Balliet ha voluto “attaccare la vita ebraica in Germania nel suo insieme”.
Gianluca Di Feo
L’uomo aveva cercato di penetrare nella sinagoga di Halle nel giorno dello Yom Kippur, la più sacra festività ebraica, il 9 ottobre del 2019. Balliet era armato fino ai denti ma la porta aveva fortunatamente resistito al suo assalto. A quel punto il neonazista aveva scaricato il suo odio su passanti e sugli avventori di un venditore di kebab non lontano da lì.
Il suo avvocato, Hans-Dieter Weber ha sostenuto oggi che Balliet si fosse isolato sempre di più, nel periodo precedente all’attentato. E ha contestato la perizia psichiatrica che lo ritiene pienamente responsabile del suo orrendo crimine. La sentenza è attesa per il 21 dicembre.
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