Quando andò in onda per la prima volta, nell'autunno del 2018, incollò al piccolo schermo più di quattro milioni di spettatori, con uno share di oltre il 24% e le quasi 70 mila interazioni sui social lo resero il programma più commentato della serata. Questa sera, e alla luce delle continue, straordinarie scoperte della recente campagna di scavi archeologici – affreschi, un cavallo bardato, un padrone e uno schiavo che si preparavano a fuggire – torna su Rai 1, in prima serata, Stanotte a Pompei, viaggio in compagnia di Alberto Angela nella città che non finisce di sorprendere. Con una visita anche a Ercolano, con le sue terme ancora intatte e i favolosi gioielli ritrovati sugli scheletri dei fuggiaschi.
Stanote a Pompei segue minuto per minuto la tragedia che distrusse la città partendo dalla notte prima dell’eruzione. Alberto Angela fa rivivere quelle ore terribili cercando di far immedesimare il pubblico con gli abitanti del tempo. Un viaggio che inizia al tramonto, quando i turisti sono andati via e Pompei si offre agli spettatori nel silenzio. Ad accompagnarci saranno via via degli ospiti illustri. E soprattutto il testimone della tragedia, Plinio il giovane, che ha raccontato della morte dello zio Plinio il vecchio e di come invece lui si sia salvato. A farne rivivere la testimonianza sarà Giancarlo Giannini, una presenza costante nelle “avventure” notturne di Alberto Angela.
"Vi racconto Pompei di notte, la città dove il tempo si è fermato"
di LUCA FRAIOLI
Il racconto parte dalla cima del Vesuvio per sfatare un luogo comune: il vulcano non esisteva ancora, si è formato proprio a causa di quella esplosione del 79 dopo Cristo. Ecco perché i pompeiani non erano allarmati dai molti segnali che si succedevano nei giorni e nelle settimane precedenti: scosse di terremoto, mancanza d’acqua, crolli paurosi. La vita continua nelle affollate strade: l’attore Marco D’Amore racconta gli intrecci tra affari, malaffare e politica che agitano Pompei in quel periodo. Con il premio Oscar Vittorio Storaro entriamo nella Villa dei Misteri per ammirare i colori nei quali vivevano immersi gli antichi romani.
Tutto sembrava tranquillo, i pompeiani stavano riparando i danni provocati qualche tempo prima da una scossa di terremoto. Ma all’improvviso il vulcano mostra tutta la sua furia. Nel giro di poche ore tutta la costa è devastata. Possiamo vedere alcune delle tante vittime fissate nei loro ultimi istanti grazie ai calchi. E la pietà si unisce alla meraviglia per i tesori che alcuni hanno portato con sé o che sono stati trovati tra le macerie e sono custoditi per la maggior parte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La riscoperta di Pompei è cominciata nel Settecento, tra i primi visitatori Wolfgang Amadeus Mozart, una visita che ha lasciato il segno nella sua opera: ce ne daranno un saggio il violinista Uto Ughi e il soprano Maria Sardaryan. Dal Settecento in poi, grazie ai tanti lavori e alle tante ricerche, Pompei è diventata davvero “la più viva delle città morte”, e come tale sarà raccontata da Alberto Angela in una produzione diretta da Gabriele Cipollitti, realizzata dalla Rai in 4K HDR, arricchita da spettacolari riprese con elicotteri e droni, effetti speciali e minifiction.Original Article
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