La corsa è iniziata. A cominciare dal cantiere delle alleanze. Con un traguardo a cui guardare. Perché, certo, tutto dipenderà dalla situazione sanitaria che il Paese vivrà all'inizio del 2021 e dall'arrivo di una terza ondata. Ma in questo momento, anche per garbo istituzionale e per non aprire le urne nel pieno del semestre bianco che porterà alla scelta del presidente della Repubblica, il governo sembrerebbe orientato a mantenere la scadenza naturale delle Amministrative. Tradotto: a meno di una nuova emergenza tra febbraio e marzo, si voterà per Palazzo Marino tra maggio e giugno.
Le idee per la Milano che verrà, il sindaco dice di averle chiare in testa. Lui, ha spiegato nel video con cui si è preso la scena – non solo social – di Sant'Ambrogio, ha deciso di ricandidarsi per aprire "una nuova fase" per la città che dovrà risollevarsi dopo il Covid. Ed è su un futuro intessuto di "trasformazione ambientale, più giustizia sociale, innovazione", che è pronto a costruire il programma e, di conseguenza, la squadra. Perché, ha spiegato, "ancor più di cinque anni fa, le coalizioni si fanno sui programmi". Quello a cui pensa il sindaco è un campo "largo". Che vada da una lista di sinistra che si sta componendo attorno a vari mondi al Pd naturalmente fino a un centro che, questa volta, non dovrà presidiare lui stesso perché sembra già abbastanza affollato. Anche se una lista-Sala ci sarà e questa volta punterà tutto sui giovani, con candidati under 35 e sulle tematiche della transizione ecologica.
Da Carlo Calenda a Benedetto della Vedova di + Europa, c'è una parte della futura coalizione che ha festeggiato l'annuncio di Sala dichiarandosi pronto a salire a bordo a patto che i "populisti" non ne facciano parte. Ma le strade del centrosinistra e di M5S saranno divise. Anche perché, ricorda la segretaria del Pd Silvia Roggiani, "in questi anni, i 5 Stelle sono sempre stati all'opposizione e non abbiamo mai visto una convergenza di idee sul futuro di Milano e sulla trasformazione che dovrà affrontare ora con la pandemia. E per aprire e allargare la coalizione si partirà proprio dalla convergenza sulle proposte per la città".
Ma ripartiamo da sinistra. L'ala più estrema rappresentata da Rifondazione comunista non ci sarà. Non è esclusa, invece, la possibilità di ricucire un rapporto con i Verdi. A sinistra, però, la benedizione arrivata da Giuliano Pisapia ("Con Sala e una coalizione di centrosinistra, progressista e civica, c'è la garanzia di poter affrontare le sfide che attendono la nostra città" , ha detto l'ex sindaco), è stata un segnale forte. Non a caso, è l'assessore più vicino a Pisapia, Paolo Limonta, a raccontare un cantiere aperto: "È nata una approfondita discussione che coinvolge partiti, associazioni, movimenti e comitati che in questi anni hanno lavorato nel mondo della scuola e sui territori per ragionare su una lista che appoggerà Sala". Obiettivo: uscire prima di Natale con una "proposta concreta, un nome e un manifesto programmatico". E, dice il parlamentare di Leu Francesco Laforgia, "se Sala si candida a fare il sindaco che ripensa la città e non quello che vuole tornare a una presunta normalità prima dalla pandemia, noi saremo della partita".
Chi ha già detto di esserci sono i Radicali e + Europa, che stanno lavorando alla costruzione di una loro lista, tenendo aperto il dialogo però con un'area più vasta che ha unito le forze in Parlamento. Perché con il sindaco ci sarà anche Azione, appunto. E ci sarà Italia Viva che, ha spiegato Eugenio Comincini, "sostiene la candidatura di Sala". Resta solo da vedere se i renziani presenteranno una loro proposta autonoma o, magari, cercheranno di costruire una casa comune. Contando che, sempre in quell'area, dovrebbe nascere anche una lista dedicata al mondo del lavoro e delle professioni di Gianfranco Librandi.Original Article
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