E' stata condannata, con rito abbreviato a due anni e quattro mesi, con la sospensione della pena, Christine Texier, la settantenne accusata di aiuto al suicidio per aver portato al marito infermo la calibro 9 con la quale l'uomo si è poi tolto la vita. La donna stessa aveva raccontato la dinamica ai carabinieri intervenuti sul posto. La vittima, 79 anni, seppur lucido era bloccato a letto da una malattia degenerativa che lo rendeva molto sofferente.
di CARLOTTA ROCCI
Appassionato di armi, teneva in casa pistole, fucili e centinaia di proiettili. Il fatto che avesse chiesto alla consorte di portargli una pistola carica, e di posarla sul suo comodino, non aveva perciò stupito la donna che lo aveva assecondato senza immaginare l'uso che ne avrebbe fatto. Il pubblico ministero Maria Bambino per appurare che fosse stato veramente il marito, autonomamente a togliersi la vita, aveva disposto la prova stub sia sulle mani di entrambi sia sugli abiti indossati dai due.
La perizia del Ris, il Reparto investigazioni scientifiche di Parma, così come l'autopsia, avevano confermato la versione della settantenne che asieme al suo compagno dalla Francia si era trasferita a vivere sulla Serra, nel Biellese occidentale. Il giudice Anna Saccone oggi ha accettato le richieste del pubblico ministero e l'ha condannata per aiuto al suicidio.
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