Finalmente svelato alla stampa il nuovo capitolo della saga della supereroina amazzone. Ambientato negli anni Ottanta, come suggerisce il titolo, Wonder Woman 1984 vede la nostra salvare l'umanità dall'apocalisse del turbocapitalismo, ritrovare il suo grande amore perduto, battersi con villain carismatici e indossare favolosi capi vintage.
Una scatola dei giochi coloratissima, come le tanti cornici attraverso cui si affacciano i protagonisti nell'incontro di presentazione mondiale di lunedì sera alla stampa su Webinar. Patty Jenkins racconta l'idea alla base di questo secondo film: "L'idea mi è venuta verso la fine del set del primo film, soprattutto perchè allora raccontavamo la genesi del personaggio, ma la Wonder Woman compiuta si vedeva solo un attimo alla fine. E allora volevo raccontare invece la Wonder Woman iconica e in piena attività. In più i suoi poteri di empatia, il coraggio, la sua saggezza, il suo modo di vegliare sull'umanità mi sembrava che fossero perfetti per questo momento storico. Soprattutto la sincerità". La pandemia e la vincenda elettorale hanno messo sul tavolo la necessità, ribadita dalla regista e nel film, di guardare in faccia la realtà e accettarla e affrontarla per quel che è, senza raccontarsi bugie.
Spiega Gal Gadot: "Ritroviamo Diana molto sola, negli anni ha perso tutti i membri della sua squadra. Non vuole nè può impegnarsi in nuove amicizia perchè capisce che gli altri si accorgerebbero che lei non invecchia, e comunque nel tempo perderebbe anche loro. Il suo unico obiettivo è migliorare lumanità, guidarla, cercare di fare del bene".
Wonder Woman 1984 è un supercinepanettone, suo malgrado. Gal Gadot nella città natalizia, fiocchi di neve sulla capigliatura corvina, guance rosse e cappotto elegante è la perfetta cartolina delle feste di fine anno. La bizzarria è che il nuovo appuntamento è del tutto casuale, il secondo film con protagonista Wonder Woman sarebbe dovuto uscire nella stagione calda. Ma non è solo quello il motivo: al di là delle imperfezioni e di qualche lungaggine, questo kolossal un po’ commedia anni Ottanta e un po’ melò, con tanti bambini e un trionfo di buoni sentimenti individuali e collettivi, è un film che ha intercettato il momento storico. Costruito e girato da Patty Jenkins in un accattivante atmosfera Ottanta.
Quando arriva? Negli Stati Uniti WW1984 esce il 25 dicembre, gratis per gli abbonati di HBO Max, in contemporanea con la manciata di sale aperte. Non c’è dubbio che il film sia stato costruito per il grande, grandissimo schermo. Però farà compagnia alle famiglie in questo triste momento: sul fronte del marketing è una scelta che senza dubbio premierà (e che è stata anche fatta dalla rivale Disney con l’animato Soul). Da noi sarà il primo film in programmazione appena le sale riapriranno, promettono alla Warner. Probabilmente non prima della seconda metà di gennaio.
Turbocapitalismo. Dalla prima guerra mondiale del capitolo precedente il nuovo capitolo fa un balzo negli anni, ecco Diana Prince dissimularsi tra gli umani, tra gli eccessi dell’edonismo reaganiano. Gli stati Uniti sono all’apice del potere, commercio, ricchezza, arte. Si occupa di antichi manufatti e ovviamente salva i cittadini in pericolo, quasi in incognito, aiutata dall’assenza dei cellulari. La sua strada si incrocia con due personaggi, una collega studiosa sensibile ignorata dal prossimo, interpretata da Kristen Wiig capace di trasformarsi da vittima in predatrice, incarnando l’arcicattiva Cheetah, e un imprenditore latino dal ciuffo tinto biondo che è la quintessenza del capitalismo dell’epoca, Maxwell Lord, personaggio che si è affacciato nella DC comics proprio negli Ottanta, interpretato da un Pedro Pascal in versione comica, i cappotti e le spalline, il gesticolare e lo slogan a gettone ricordano parecchio un certo presidente uscente dei nostri giorni. “Un Gordon Gekko senza la sua eleganza”, racconta Pascal riferendosi al personaggio interpretato da Michael Douglas in Wall Street. In questo film c’è il presidente di quegli anni, attore egli stesso, Ronald Reagan, piuttosto concentrato sulla corsa agli armamenti. La filosofia è facile: avere tutto e subito.
“Non amerò mai più nessuno”. Al centro della storia c’è la possibilità di realizzare i propri desideri, un potere pericoloso. Diana non ha mai dimenticato Steve Trevor, l’ironico ed eroico pilota che si è sacrificato alla fine del primo film, Con i suoi occhi blu e il sorriso ragazzino, è la quintessenza del co-protagonista maschile: al fianco della donna meraviglia quando serve, capace di irresistibili momenti comici quando cambia venti look anni Ottanta uno più assurdo dell’altro, perfetto anche nei momenti melò. "Stavolta la prospettiva- racconta Chris, camicia sbottonata fino allo sterno – era ribaltata rispetto al primo film, Là il mio personaggio guidava l'inconsapevole Diana verso il mondo degli umani e la modernità, stavolta mi è toccata la sfida più difficile, ero io a guardare il mondo con gli occhi stupiti e innocenti di un bambino.
Oltre il soffitto di cristallo. Vale la pena di ricordare che nel 2017 Wonder Woman firmato ha incassato 822 milioni di dollari nel mondo, facendo della regista Patty Jenkins la cineasta simbolo che è riuscita a rompere il soffitto di cristallo a Hollywood. Un film giocattolone ambientato durante la Prima guerra mondiale che raccontava le origini dell’amazzone con il Lazo della verità, I dieci minuti, che sono i più belli del film, sono dedicati alla baby WW (una fenomenale Lilly Aspell)che si esercita in una straordinaria olimpiade, i Giochi Amazzoni, una festa per gli occhi nel panorama mozzafiato dell’Isola delle guerriere, Themyscira. Riguardo allo straordinario esempio per le ragazzine del suo personaggio Gal Gadot ragiona: "Non sono stata, da ragazzina, abbastanza fortunata da vedere tanti personaggi ome lei. Quando ho visto il film per la prima volta, anche se ne conoscevo ogni dettaglio, sono stata travolta dall'emozione nella scena d'apertura. Non mi sentivo l'attrice o la donna ma sono tornata una bambina di otto anni che guarda una bimba di otto anni fare cose straordinariee farle a modo suo. Mi sono profondamente commossa. Tutte le atlete nel film non cercano di compattere come gli uomini. No, siamo diverse, i nostri corpi sono diversi".
Lasciate che i bambini vengano a me. Non dimentichiamoci delle migliaia di ragazzine di tutto il mondo che dopo il primo Wonder Woman hanno postato foto con il fantastico costume rosso e blu. Questa eroina è più che mai simbolo di potere per una nuova generazione di ragazzine e ragazzini e nel film WW ha un occhio speciale per i bimbi, che siano testimoni delle sue gesta, in cui i cattivi non muoiono mai – non c’è mai una violenza rabbiosa, ma un uso saggio della forza che “rimette a posto” i maschi in preda all'istinto, che si affannano senza grazia, sempre un po’ ridicoli. Oltre alla piccola Wonder c’è il figlio di Maxwell Lord, padre assente. troppo impegnato a cercare petrolio e potere per occuparsi di lui nei week end da separato. Ma al ragazzino è affidata la svolta emotiva del gran finale.
Vintage da urlo. Girato come un film anni Ottanta, WW84 è un juke box di canzoni, oggetti, pettinature e vestiti d’epoca. La parte del leone la fa la costumista Oscar Lindy Hemming. Ma grande merito anche alla scenografa Aline Bonetto, al montatore Richard Pearson e al direttore della fotografia Matthew Jensen. LA Bonetto ha confessato che negli Ottanta era una ventenne punk, come pure la Jenkins, e la strada di Diana si incrocia con un gruppo di punk. E i tentativi del redivivo Steve di indossare vestiti “moderni” si trasforma in una sfilata esilarante che culmina con sneaker, pantaloni larghi, sciarpa e marsupio. Patty Jenkins: "Quale canzone porterei dagli anni Ottanta? Non ho dubbi, Little red Corvette di Prince, ero letteralmente ossessionata da quel brano allora". Pedro Pascal invece vorrebbe "tantissimo rivedere il mio orologio Swatch di allora, trasparente con tutti gli ingranaggi in vista. Quanto alla canzone; Purple rain di Prince tutta la vita".Original Article
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