Non tutti sanno che il settore immobiliare è causa del 40% delle emissioni annue. Un dato enorme. E soprattutto è un dato che comprende, oltre alle case private, soprattutto gli uffici e gli spazi di lavoro. Ma come può fare un'azienda a essere meno impattante e a pensare ai propri uffici in ottica di sostenibilità? Quante aziende sanno veramente che è possibile progettare gli spazi di lavoro riciclando i materiali e riutilizzando oggetti che contrariamente finirebbero in discarica aumentando l'inquinamento globale? Specializzati sul tema sono gli architetti e progettisti di Tétris, società che si occupa di progettare e realizzare spazi di lavoro in ottica sostenibile. Tra gli altri hanno realizzato uffici per The Fork, Bla bla car, Alianz, Intel. Samsung, Vodafone. Spotify, Orange. A raccontare quello che fanno ci pensa Philippe Sourdois, managing director di Tétris Italia.
Quando e come mai nasce Tétris?
"Siamo nati da un'ambizione imprenditoriale e dal desiderio di innovazione. Tétris ha iniziato la sua attività nel 2003 e siamo diventati un punto di riferimento nel mercato delle soluzioni di fit-out per uffici. Non solo. Siamo anche un partner chiave per investitori, grandi brand di distribuzione e player internazionali del settore alberghiero, realtà che seguiamo in tutte le fasi che riguardano la progettazione di interni".
Ci può fornire qualche numero?
"Avevamo 800 dipendenti in tutto il mondo ad inizio 2019, un fatturato di 711 milioni di dollari nel 2018 e abbiamo realizzato più di 7 mila progetti per uffici, hotel e negozi".
Come il settore immobiliare incide sulla salute del pianeta?
"Purtroppo molto e non bene: l'insieme del settore legato ali spazi interni è un grosso colpevole perché è responsabile dell'emissione del 40% del gas effetto serra".
Che cosa deve cambiare?
"Bisogna rendersi conto che il real estate ha un ciclo lungo almeno 10 anni e che le decisioni prese oggi impatteranno in modo fondamentale sul futuro del pianeta".
In Tetris come vi regolate?
"Noi applichiamo degli standard condivisi in tutto il mondo seguendo dei criteri ben precisi".
Ci può fare esempi concreti?
"La qualità dell'aria si combatte lavorando sugli impianti e usando una progettazione che includa più possibile verde e piante per separare le postazioni lavorative. Non tutti sanno che l'uso di piante apporta un netto miglioramento della qualità dell'aria e del benessere dei lavoratori e anche solo il "vedere" il verde intorno aiuta le persone. È poi fondamentale riuscire a monitorare la qualità dell'aria".
E poi?
"Bisogna ridurre il consumo di acqua e soprattutto usare quella giusta come la piovana. È anche fondamentale l'uso della luce".
In che modo?
"La luce naturale deve essere prediletta e quindi vanno progettate postazioni che siano vicine a fonti esterne di luce esterna o comunque inserire dei sensori che fanno si che la luce artificiale si spenga automaticamente quando l'ufficio è deserto. Inoltre, agire su sistemi di controllo di tende e tapparelle".
E per quanto riguarda la scelta di materiali?
"Il legno deve essere sempre preponderante ma anche gli altri dovranno essere certificati, naturali, riciclabili e soprattutto è importante l'uso di materiali riciclati perché questo attiva un'economia circolare".
Come fate ad assicurarvi quest'ultima voce?
"Attuiamo una scelta dei fornitori che si impegnino alla riduzione dell'inquinamento e che abbiano obiettivi simili ai nostri. I materiali riciclabili vanno inseriti in una filiera di riciclaggio".
Ad esempio?
"Prevediamo il riciclo della moquette, il riuso dei prodotti e l'80% delle sedie che usiamo negli arredi sono ricondizionate e rivisitate. In molti progetti anche le moquette e i controsoffitti vengono riutilizzati, in un progetto realizzato a Bolzano anche le porte sono diventate librerie e i vetri delle pareti sono diventati lavagne, con una pellicola applicata sul retro".
Voi avete sedi a Milano e Roma. Come si pone l'Italia da questo punto di vista?
"Indubbiamente la crisi che stiamo vivendo non aiuta e si fatica a rendersi conto che il non controllato può portare a problematiche gigantesche, per fortuna si sta attuando un ricambio generazionale che è più sensibile a questi temi. Sul modello di Inghilterra, Polonia e Belgio".
A proposito di crisi, quanto costa realizzare un ufficio "green"?
"Indubbiamente costa di più, forse una cifra attorno al 15%, ma poi c'è un ritorno incredibile".
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