Governo in stallo sulla governance per il Recovery fund. E salta il consiglio dei ministri previsto per oggi pomeriggio. Il preconsiglio, cominciato ieri alle venti e durato fino alle due di notte, non ha fatto registrare passi avanti sull'intesa tra le forze di governo. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi – che ha posto il veto sulla task force pensata dal premier – conferma la tensioni interne all'esecutivo: "La struttura di Conte pensa a moltiplicare le poltrone – dice Renzi al Tg2 – ma non va a dare una mano ai disoccupati, ai negozi chiusi a chi soffre. Se le cose rimangono come sono voteremo contro. Per noi un ideale vale più di una poltrona. Circa il rischio di una rottura, spero proprio di no, ma temo di sì".
Poi attacca il premier: "Insistere su una misura che sostituisce il governo con una Task force, la seduta del Parlamento con una diretta su Facebook e che addirittura pretende di sostituire i servizi segreti con una fondazione privata voluta dal premier significa una follia. Noi abbiamo mandato Salvini per non dargli i pieni poteri, ma non è che li diamo a Conte", conclude il leader di Iv.
di
Giovanna Vitale
Una riunione, quella che si è tenuta nella notte, con toni accesi e a tratti molto tesa, che non ha portato a una intesa, in particolare con Italia Viva, sulle norme per la gestione degli oltre 200 miliardi di fondi europei per la ricostruzione post-Covid. Tra i punti più contestati, i poteri in deroga della task force (guidata da 6 manager e formata da 100 tecnici), considerati da Iv ma anche Pd e 5S, esorbitanti e non sottoposti ad alcuna verifica da parte dell’esecutivo. La creazione, di fatto, di una struttura parallela al governo. La scarsa chiarezza sui limiti e i casi in cui questa struttura interviene e commissaria le amministrazioni e i ministeri.
Stanotte i tecnici hanno a lungo analizzato i due articoli e i 32 commi della bozza del provvedimento, soffermandosi per più di due ore sui poteri sostitutivi da affidare alla squadra di 6 capi-missione chiamati a coordinare l'attuazione del Piano, con la supervisione e il controllo della cabina di regia politica formata dal triumvirato Conte-Gualtieri-Patuanelli. Un impianto a piramide che finirebbe per esautorare i ministri.
di
Tommaso Ciriaco
Si tratta ancora, quindi, per cercare di arrivare a una quadra ed evitare strappi sul piano da presentare nel più breve tempo possibile a Bruxelles e al Parlamento. Ma il rinvio del cdm previsto per oggi conferma l’esistenza di nodi che confermano le forti tensioni all'interno dell'esecutivo.Original Article
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