E adesso che Beppe Sala ha sciolto la riserva, tocca al centrodestra rincorrere. Perché l'annuncio – a sorpresa per le tempistiche – del sindaco, che nel giorno di Sant'Ambrogio ha accettato la sfida per il bis, ha preso in contropiede soprattutto gli avversari. Che ora un po' di fretta in più ce l'hanno. Il leader della Lega Matteo Salvini al quale, per equilibri di coalizione, dovrebbe spettare l'ultima parola sulla scelta del candidato di Milano, aveva più volte ribadito come il loro campione sarebbe arrivato già a metà novembre o, comunque, prima della decisione finale di Sala. Ma un nome ufficiale ancora non c'è e, per cercare di trovare la quadra, il tavolo nazionale del centrodestra si riunirà giovedì, subito dopo il voto sul Mes. Ci saranno Salvini, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, ma anche Giovanni Toti (Cambiamo!), Maurizio Lupi (Noi con l'Italia) e Lorenzo Cesa (Udc). E sullo scacchiere delle prossime amministrative del 2021, Milano è diventata la sorvegliata speciale.
di
Alessia Gallione
L'identikit, almeno quello, è tracciato. Perché, ha ripetuto spesso Salvini, lo sfidante di Sala dovrà arrivare dalla società civile e non dalla politica. Anche se Forza Italia, che ha commissionato una serie di sondaggi, sino a qualche giorno sembra aver tentato di giocare persino la carta del ritorno dell'ex sindaca Letizia Moratti. Aveva perso Milano nel 2010 contro Giuliano Pisapia. Ma "purtroppo si è detta indisponibile", avrebbe detto ai suoi lo stesso Silvio Berlusconi in una video conferenza su Zoom.
Il mantra leghista, comunque, è ancora quello. E non solo per il candidato. L'assessore regionale Stefano Bolognini, per dire, che affianca il Capitano nella ricerca della squadra milanese, anche dopo l'annuncio di Sala ha continuato a ripetere come lo scorso venerdì abbiano incontrato "almeno una decina di professionisti e persone dei mondi più vari che hanno dato la loro disponibilità a presentarsi in Consiglio comunale e nei Municipi".
E sempre dalla società civile arrivano anche i nomi degli aspiranti campioni del centrodestra che sono circolati nelle ultime settimane. Tra questi c'è il professore della Bocconi Maurizio Dallocchio. E c'è il chirurgo dell'Istituto europeo di oncologia, Paolo Veronesi. Che, però, ha chiarito come preferisca continuare a fare il medico oltre a mantenere l'impegno come presidente della Fondazione creata da suo padre Umberto: "Non ho ricevuto alcuna richiesta ufficiale – ha spiegato -, ma sono lusingato, a prescindere dal colore politico della proposta. Pur venendo da una tradizione anche famigliare di sinistra, ho sempre inteso la figura del sindaco come un ruolo civico. Al di là di questo, però, tengo moltissimo ai miei pazienti ed è troppo difficile pensare di lasciare il mio lavoro". Niente da fare.
Nella rosa dei papabili, raccontano nel dietro le quinte del centrodestra, c'è ancora l'ex prefetto di Milano Alessandro Marangoni. E c'è Simone Crolla, consigliere delegato della Camera di commercio Usa, ex deputato del Pdl e, dal novembre 2018, coordinatore al fianco del presidente Fedele Confalonieri dell'Advisory Board della Veneranza Fabbrica del Duomo. Un altro nome è quello di Roberto Rasia dal Polo, classe 1974, direttore della Comunicazione e Formazione del Gruppo Pellegrini, "dirigente d'azienda, comunicatore, formatore professionista e scrittore di libri", si definisce lui. A questi, gira voce tra i vari staff, si starebbero aggiungendo anche un "imprenditore di altissimo livello e un manager".
Ed è proprio "la rosa ampia di nomi in cui il centrodestra può trovare il migliore candidato", che Bolognini rivendica come arma in più "contro la scelta obbligata de centrosinistra" e come "conferma della nostra maggiore capacità di ascolto della società civile rispetto a cinque anni fa". Sarà, ma la corsa a questo punto è iniziata. Riusciranno, come molti all'interno della coalizione auspicano, a trovare l'avversario di Sala entro Natale?
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