AGI – Un prezioso quadro del maestro barocco Jacques Jordaens raffigurante la sacra famiglia si trovava seminascosto nell'ufficio dell'assessore all'urbanistica del comune brussellese di Saint-Gilles, uno dei 19 municipi in cui è suddivisa la capitale belga.
L'anno scorso è stato avviato l'inventario di tutte le 800 opere contenute nel sontuoso palazzo, costruito dall'architetto Albert Dumont in stile neorinascimentale nei primi anni del ‘900, nel periodo della piena espansione del regno di Leopoldo II.
Qualche tempo dopo, staccando dal muro dove era appesa da 60 anni quella che era considerata la copia eseguita da un allievo del pittore, gli esperti si sono resi conto a partire da alcuni indizi, in particolare analizzando la parte posteriore del quadro, che poteva invece essere stato dipinto dallo stesso Jordaens, grande talento vissuto ad Anversa nell'ombra del maestro Pieter Paul Rubens, e attivo per quasi tutto il “secolo d'oro”.
Dopo attente valutazioni, è stato stabilito con certezza che si tratta della versione più antica di una composizione che il pittore barocco ha successivamente riutilizzato in altri tre quadri, come era uso all'epoca, oggi esposti rispettivamente al Metropolitan Museum di New York, all'Ermitage di San Pietroburgo e all'Alte Pinakotek di Monaco di Baviera.
L'opera, secondo la valutazione degli esperti dell'Irpa (l'Istituto reale del patrimonio artistico), dei Musei reali delle Belle arti del Belgio, e del progetto internazionale Jordaens Van Dyck Panel Paintings, è stata dipinta fra il 1616 e il 1618, da un giovanissimo Jordaens (era nato nella città portuale nel 1593).
Il legno utilizzato, secondo quanto hanno verificato le meticolose analisi condotte per l'attribuzione, è lo stesso di molte opere del giovane Antoine van Dick, di sei anni suo cadetto, e questo rafforza l'ipotesi secondo la quale le due giovani promesse della pittura seicentesca fiamminga avrebbero fatto parte nello stesso periodo dell'atelier del già affermato Rubens, il famosissimo maestro di Anversa.
Prima di poterlo esporre al pubblico, il dipinto appena ritrovato dovrà essere ampiamente restaurato: come spiegano i responsabili dell'Irpa, verranno delicatamente rimossi gli strati di pittura che si sono ingialliti o scuriti e l'intelaiatura posteriore verrà trattata per evitare nuove crepe o perdite di colore. Questo consentirà di fare allo stesso tempo ulteriori analisi, utilizzando raggi X e infrarossi e l'analisi microscopica, sul metodo di pittura utilizzato dal maestro nei primi anni di attività della sua lunga vita (è vissuto fino al 1678, quando è morto a 85 anni).
Alla fine dell'anno prossimo a Bruxelles il quadro restaurato verrà inserito nella collezione di Jordaens già presente ai Musei reali delle Belle Arti, nella sezione Old Masters, una delle più ricche al mondo.
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