MILANO – "La notizia che arriva da Berlino (l'ad di Zalando dimessosi per lasciare spazio alla carriera della moglie, ndr)? Bella, sì… Anche noi abbiamo fatto così, abbiamo cominciato venticinque anni fa e non abbiamo ancora finito". Daniela Riccardi, Ceo di Moleskine, si accoccola sul divano di casa e racconta. La casa, stavolta, è a Milano. Ma di case, di città, di Paesi, in tutti gli anni della sua carriera ne ha cambiate tantissime. Lei career leader e Juan Pablo, suo marito, al seguito.
Dottoressa Riccardi, lei e suo marito avete cominciato tutti e due la carriera a Bruxelles, alla Procter&Gamble. Eravate insieme a Bogotà, dove lo aveva seguito, quando le hanno proposto un avanzamento di carriera condizionato a un cambio di sede, la volevano a Città del Messico.
"Sì, e Juan Pablo, mio marito, che è colombiano, ha detto: qui sei tu ad aver seguito me, ora è il tuo turno, è un'opportunità, non devi perderla, ci andiamo".
È stata la prima di tante volte
"Sì, dopo ci sono stati il Venezuela, Mosca, Guangzhou… E ogni volta è stato lui a seguire me. Dopo la Colombia la nostra scelta è stata che io potessi fare liberamente il mio percorso – è una parola che mi piace di più che carriera – e che lui invece si reinventasse ogni volta".
L'Ad di Zalando si dimette: si occuperà della famiglia, così la moglie si concentrerà sulla carriera
Avete due figli, se ne occupava suo marito?
"Ce ne occupavamo tutti e due. Non mi piace dipingere gli uomini che fanno scelte normali come questa come dei baby sitter o dei casalinghi. Non è la nostra storia. A mio marito piace cucinare, fare la spesa, ma non sa lavare un piatto. E comunque l'organizzazione della famiglia è una questione importante che si decide insieme, in famiglia. Per me, per noi, era naturalmente necessario avere una nanny, una persona esperta e di fiducia che potesse seguire i bambini".
Com'è maturata, tra voi, la scelta che fosse lei la career leader?
"Quando, dopo la Colombia, mi hanno offerto il ruolo in Messico ero la seconda donna general manager dell'America Latina ed ero la prima italiana ed europea. A mio marito sembrava una proposta irrinunciabile, è sempre stato più fanatico lui che non io stessa della mia carriera. Però abbiamo sempre ragionato insieme, siamo una coppia, una famiglia, e la vita è la nostra, non la mia o la sua…".
E ogni volta suo marito rinunciava al suo, di lavoro?
"Ha sempre detto: intanto andiamo, poi io vedo… E ogni volta si è reinventato. Non c'entra il femminismo, è un modo di vedere le cose, di rispettare i singoli dentro una coppia".
Mi ha detto che suo marito le ha sempre chiamate esperienze di vita.
"Ad esempio, io in Cina pensavo di non andare. Mi ricordo che mi hanno chiamato per farmi la proposta la sera. Io ho detto che ne avrei parlato con mio marito, come ho sempre fatto. Gliene ho parlato, e ho aggiunto: dirò di no, non so nemmeno dov'è, sto Canton. Al mattino è venuto a svegliarmi con il caffè e un pacco di ritagli: ecco, mi ha detto, guarda cosa troveremo in Cina. Ho trovato la scuola per i ragazzi, sarà un'esperienza bellissima".
Dopo 25 anni da manager-mondo per una multinazionale – è passata a Diesel, poi a Baccarat e adesso a Moleskine, sede Milano – ha da dire qualcosa alle ragazze italiane?
"Sì. Che scelgano il compagno giusto. Nessuno deve fare sacrifici, o rinunce. La vita insieme dev'essere un equilibrio che tiene conto dei desideri, delle capacità e delle ambizioni di ciascuno".Original Article
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