Le scuole dovranno chiedere agli studenti con quali mezzi vanno a lezione la mattina, per riorganizzare i trasporti insieme ai Comuni. Per evitare una terza ondata è necessario lavorare sui mezzi pubblici e sulla scuola. I primi sono da tempo stati individuati come uno degli anelli deboli nel corso della ripresa di fine estate e anche per questo Inail e Istituto superiore di sanità hanno redatto un nuovo documento tecnico "sulla gestione del rischio di contagio da Sars-Cov-2 nelle attività correlate all'ambito scolastico con particolare riferimento al trasporto pubblico locale".
Il testo inizia con un'analisi degli spostamenti legati agli orari della scuola per poi indicare come necessaria la collaborazione diretta tra questa e "chi assicura la mobilità (soprattutto nelle aree metropolitane), finalizzata ad azioni concrete, sia a livello complessivo che distrettuale, anche attraverso l'attivazione di tavoli di coordinamento presso Prefetture in coerenza con la normativa vigente". La gestione di questi problemi dunque non è più in capo alle Regioni, con le quali l'estate scorsa il Cts ha a lungo dibattuto sul tema percentuale di occupazione dei mezzi pubblici, ma si lavora a livello provinciale. Se nelle aree metropolitane si valuteranno i flussi di persone nelle varie ore, la scuola "può contribuire a fornire elementi ulteriori in aggiunta ai dati statistici e di mobilità, anche attraverso le survey mirate su quali mezzi e modalità di trasporto vengono utilizzati nel percorso casa-scuola". Sapere dai ragazzi, specialmente delle superiori, come si spostano permetterebbe, ad esempio, di chiedere un autobus in più a una certa ora all'azienda di trasporto pubblico.
"Mettere in sicurezza i ragazzi anche nel percorso casa-scuola, soprattutto nelle aree metropolitane, in modo da prevenire ogni forma di affollamento è la vera sfida per la ripartenza della scuola in presenza" sostiene Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento di ricerca Inail e membro del Cts. "Ci vuole uno approccio innovativo e partecipato per una giusta modulazione fra domanda e offerta del trasporto pubblico locale partendo da un'analisi critica del periodo settembre ottobre in ottica migliorativa; i tavoli territoriali presso le prefetture offrono una grande opportunità operativa"
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Nel documento si ribadiscono alcune richieste organizzative già avanzate dal Cts. Ad esempio si invita a differenziare gli orari di accesso a scuola rispetto alle fasce orarie di punta, a potenziare l'offerta del trasporto pubblico, magari attraverso convenzioni con i privati, di aumentare "il personale dedicato alle stazioni di scambio (tra metropolitana, ferrovie e capolinea bus) più critiche per afflusso", di incentivare la mobilità sostenibile "anche mediante accordi e/o sovvenzioni specifiche per l'utenza scolastica" . Ad esempio si potrebbe usare il bike sharing. Andranno comunque responsabilizzati gli utenti, "per garantire il distanziamento sociale, le misure igieniche, nonché per prevenire comportamenti che possano aumentare il rischio di contagio".
Ma Inail e Istituto superiore di sanità prendono anche in considerazione le "altre attività correlate all'ambito scolastico. Ad esempio si spiega che ci sono contesti di aggregazione non connessi ai trasporti che devono essere oggetto di azioni dedicate. Si pensa al rischio di assembramenti "nei luoghi di ritrovo in entrata e in uscita dalla scuola". Le aggregazioni nei pressi degli istituti "rappresentano un punto di criticità e richiedono l'applicazione di misure di prevenzione. In tali contesti è auspicabile il potenziamento di personale dedicato al controllo dei punti di accesso alle scuole e dei luoghi limitrofi agli istituti scolastici per limitare le iniziative di aggregazione spontanea degli studenti che si configurino quali situazioni a rischio di assembramento."
Altra cosa alla quale fare attenzione è lo studio a casa. Si considera importante ma si richiede alle famiglie di non invitare troppe persone. "Qualora si ospitino studenti per attività di studio in condivisione, dovrà essere limitato il numero di presenze, assicurando il rispetto delle indicazioni previste per i contatti tra non congiunti (distanziamento e uso di mascherina) con gli stessi indicatori e scalabilità delle misure previste nel contesto scolastico locale".
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