LONDRA – L'hanno paragonato allo sbarco in Normandia: dal D-Day al V-day, il giorno del primo vaccino britannico contro il Covid, che è anche il primo del mondo se si eccettua la Russia dove la fase di sperimentazione resta tuttavia da concludersi, segna l'inizio della più grande campagna di vaccinazione di massa nella storia del Regno Unito. Il primo ministro Boris Johnson si è impegnato a far vaccinare l'intera popolazione entro l'estate prossima, praticamente in sei mesi. Un'impresa non meno difficile di quanto lo sia stata la corsa delle aziende farmaceutiche a produrre un vaccino anti-coronavirus e delle agenzie che regolamentano i farmaci ad autorizzarlo. Così in fretta e in modo così massiccio, nessun Paese ha mai vaccinato così tanta gente. Come pensa di riuscirci la Gran Bretagna?
Per capirlo occorre fare un passo indietro. La Medicines and Healthcare Regulatory Agency (Mhra), l'agenzia britannica che controlla e autorizza l'uso dei farmaci, è arrivata prima dell'Ema, l'analoga agenzia dell'Unione europea, e di ogni altra agenzia al mondo, facendo ricorso a un sistema differente: l'analisi dei dati provenienti dalle case farmaceutiche è stata fatta a mano a mano che questi diventavano disponibili, invece di cominciare ad analizzarli soltanto al completamento dei dati, risparmiando tempo ("ma senza prendere alcuna scorciatoia", come ha garantito June Raine, la direttrice dell'Mhra)
Vaccino anti covid, la Gran Bretagna inizia le somministrazioni: Margaret, 90 anni, è la prima paziente
dal nostro corrispondente
Antonello Guerrera
Di pari passo con questa velocizzazione (resa possibile non grazie alla Brexit, come ha sostenuto qualche ministro ultra brexitiano, ma perché Londra ha invocato le procedure d'emergenza permesse dall'Unione europea a ciascuno degli Stati membri in casi come una pandemia per agire indipendentemente: fino al 31 dicembre, scadenza della fase di transizione per l'uscita dalla Ue, infatti la Gran Bretagna continua a farne parte), Downing Street ha messo in moto il programma di distribuzione del vaccino o meglio dei vaccini, poiché il governo ne ha prenotati più d'uno: 40 milioni di dosi di quello della Pfizer/BionTech (che richiede due dosi a persona, dunque sufficiente per 20 milioni di persone), 100 milioni di dosi di quello della AstraZeneca (il vaccino elaborato a Oxford, in collaborazione con gli stabilimenti italiani di Pomezia), 5 milioni di dosi di quella della Moderna, 60 milioni di dosi ciascuno per i vaccini di GlaxoSmithKline, Valneva e Novavax, 30 milioni per quello della Janssen.
Perché così tanti, per una popolazione di 65 milioni? Perché non si esclude che, per rafforzare l'immunità, più vaccini vengano inoculati progressivamente alla stessa persona. Anche se, qui come altrove, si prevede che una parte della popolazione, forse il 10 per cento, forse il 20, forse il 30, questo ancora non si può sapere con certezza, non abbia intenzione di farsi vaccinare. Per questo tra i primi a sottoporsi al vaccino della Pfizer, probabilmente già entro Natale, pare che ci saranno la regina Elisabetta, 94 anni, e il principe Filippo, 99, in modo da dare l'esempio con il loro gesto, vista la popolarità della casa reale.
Il problema successivo è come fare arrivare queste decine di milioni di fiale in Gran Bretagna. Le prime 800 mila sono giunte in aereo dal Belgio e dall'Olanda, dove la Pfizer ha stabilimenti: ne aveva uno anche in Inghilterra, ma è stato chiuso in previsione della Brexit. L'uscita dall'Unione europea rischia di complicare l'invio se, dopo il 31 dicembre, ci saranno code e problemi burocratici alla frontiera sulla Manica, ovvero lungo la tratta per mare e per treno fra Calais e Dover: per questo non si esclude addirittura un ponte aereo, utilizzando velivoli militari, per portare a termine l'operazione. Un'altra metafora del V-day come nuovo D-day, in questo caso con uno sbarco al contrario tuttavia, dalle coste europee a quelle inglesi.
I vaccini arrivati in questi giorni, e quelli in dosi molto più numerose che si attendono per le prossime settimane e i prossimi mesi, verranno indirizzati a sessanta ospedali sparsi per tutto il Regno Unito, di cui cinque a Londra. In particolare, per il vaccino Pfizer, che ha bisogno di congelatori speciali per essere mantenuto a meno 70 gradi di temperatura, non è possibile una distribuzione più capillare, almeno all'inizio. Ecco perché i primi a riceverlo, stamane, a Coventry, la città resa famosa dai massicci bombardamenti nazisti della Seconda guerra mondiale, dando adito al termine "coventrizzazione", sono stati una donna e un uomo in un ospedale cittadino, entrambi ultraottuagenari: Margaret Kennan e William Shakespeare, sì, proprio così, un omonimo del Bardo di Stratford-upon-Avon.
Dagli ospedali, la vaccinazione di massa sarà gradualmente spostata verso altre due reti fondamentali: quella delle case di cura per anziani, tra i più a rischio per il Covid; e quella degli ambulatori dell'Nhs, il National Health Service, la sanità pubblica nazionale, dislocati in ogni quartiere di ogni città grande e piccola di tutta la nazione. Saranno i medici di base a convocare i pazienti iscritti al proprio registro in ogni ambulatorio, seguendo la scaletta decisa dalle autorità sanitarie, in base alla quale si comincia appunto con gli ultra ottantenni, per poi passare alla fascia di chi ha più di 75 anni, quindi a quella dei 70 oltre, dei 65 e oltre, a quella di chi ha da 16 a 64 anni con serie malattie, a chi ha più di 60 anni, a chi ne ha più di 55, di 50 e avanti così, a scendere, fino ai più giovani, che in base alle statistiche risultano meno esposti al pericolo di contagio o, in caso di contagio, di ammalarsi gravemente. In parallelo, la priorità verrà data alle professioni giudicate essenziali: medici e infermieri; polizia e vigili del fuoco; forze armate e dipendenti di agenzia pubbliche di cruciale importanza per il funzionamento del Paese.
C'è da aggiungere che la vaccinazione non sarà obbligatoria; sarà gratuita per tutti; e avverrà esclusivamente attraverso strutture pubbliche, non sarà possibile vaccinarsi privatamente, pagando.
Esaurita la prima fase, in cui a essere vaccinati saranno i più anziani e i malati gravi, le dimensioni dell'operazione diventeranno così ampie da richiedere centri speciali per l'inoculazione: ospedali e ambulatori non basteranno più. Per questo, dall'inizio del 2021, è in programma l'apertura di speciali hub per le vaccinazioni negli stadi, nei centri sportivi e nei palazzi per le conferenze. Non basteranno naturalmente nemmeno gli infermieri: perciò l'Nhs sta già reclutando 300 mila volontari, tra cui bagnini di salvataggio, personale delle compagnie aeree e studenti, che verranno appositamente addestrati per somministrare i vaccini. Il sistema sanitario britannico ha già una grande esperienza in campagne di vaccinazione di massa: quella per il vaccino influenzale, per esempio, ha raggiunto questo inverno 30 milioni di persone. Ma la campagna per il Covid sarà ancora più grande e richiederà dunque forze senza precedenti: non è escluso che, all'occorrenza, anche l'esercito verrà coinvolto. Un'impresa davvero simile al D-day: solo che quella lanciata stamane con il V-day servirà a liberare inglesi, scozzesi, gallesi e nord-irlandesi da un nemico invisibile, il virus che ha messo in ginocchio il pianeta.Original Article
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