La Danimarca ha deciso di porre fine a tutte le attività energetiche nel Mare del Nord, sia per quanto riguarda il petrolio che il gas, entro il 2050. È quanto stabilisce un documento approvato dal Parlamento di Copenaghen, con il quale viene anche cancellata l'ultima asta per assegnare le licenze di esplorazione alle compagnie energetiche. La Danimarca ha avviato le attività di esplorazione nel 1972, divenendo uno dei principali attori energetici nella regione. Con la decisione approvata dal parlamento danese, Copenaghen punta ora sulle energie rinnovabili, in particolare sull'eolico. Il documento è stato approvato dal parlamento danese in maniera trasversale sia dalla maggioranza di centrosinistra che dall'opposizione di centrodestra. "E' estremamente importante che ora abbiamo una solida maggioranza dietro questo accordo, per cui le condizioni ambientali del Mar del Nord non sono più in dubbio", ha dichiarato il ministro per il Clima danese, Dan Joergensen.
"E' una decisione epocale verso la necessaria fine dei carburanti fossili", ha dichiarato Helene Hagel di Greenpeace Danimarca, parlando di "grande vittoria del movimento ambientalista". Greenpeace parla di "momento di svolta" e di "grande vittoria del movimento per il clima e per tutte le persone che hanno lottato molti anni per far sì che ciò avvenisse". La Danimarca, uno dei principali produttori di petrolio dell'Unione europea, precisa l'associazione ambientalista, ha annunciato la decisione di eliminare gradualmente i combustibili fossili. Inoltre, l'accordo politico raggiunto stabilisce lo stanziamento di denaro per garantire una giusta transizione per i lavoratori interessati da questi provvedimenti. "La Danimarca – commenta Helene Hagel – fisserà ora una data di scadenza per la produzione di petrolio e gas e si afferma come un pioniere verde per ispirare altri Paesi a porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili che distruggono il clima".
Secondo il gruppo ambientalista, la Danimarca, uno dei maggiori produttori di petrolio dell'Ue e uno dei paesi più ricchi del mondo, ha l'obbligo morale di porre fine alla ricerca di nuovo petrolio per inviare un chiaro segnale che il mondo può e deve agire per rispettare l'accordo di Parigi e mitigare la crisi climatica. "La Danimarca è un Paese piccolo, ma ha il potenziale per aprire la strada alla necessaria transizione verso l'energia verde e rinnovabile – continua Hagel -. Ora il governo e i partiti politici devono fare il passo successivo e pianificare una graduale eliminazione della produzione di petrolio esistente nella parte danese del Mare del Nord entro il 2040", conclude.
La Danimarca auspica di poter divenire un attore credibile nella lotta ai cambiamenti climatici ha detto il ministro Jorgensen, delineando l'impegno del Paese a interrompere la ricerca di petrolio e gas del Mare del Nord. La decisione di porre fine a tutte le esplorazioni ed estrazioni di petrolio e gas nel Mare del Nord entro il 2050 è arrivata dopo che la Danimarca, quest'anno, ha fissato un obiettivo ambizioso di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 70 per cento entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica nel 2050. "I proventi del petrolio dal Mare del Nord hanno finanziato in larga misura il nostro stato sociale per più di quattro decenni", ha detto Jorgensen. "Non nascondiamo il fatto che questo sia costoso, ma la nostra speranza è che altri ci guardino e vedano che è possibile fare concretamente", ha detto il ministro, aggiungendo che la Danimarca "mancherebbe di credibilità" se ricorresse ancora all'estrazione e esportazione di combustibili.Original Article
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