ROMA – Per i centri dell'impiego pubblici un portale nazionale per l'incrocio di domanda e offerta rimane ancora un obiettivo lontano. Mentre Applavoro, una startup lanciata nel gennaio 2019, conta già oltre 50 mila lavoratori e oltre 6500 aziende iscritte. "Contiamo 890 mestieri", afferma con orgoglio Marco Contemi, l'imprenditore che ha ideato il portale con due idee distintive: la possibilità di recensire lavoratori e datori di lavoro, e una videopresentazione del lavoratore. Requisito che adesso, con la diffusione della pandemia, sta diventando sempre più richiesto: "Anche Linkedin ora sta lanciando un progetto di questo tipo", dice l'imprenditore.
Su Applavoro dunque ogni lavoratore abbina al classico curriculum scritto una videopresentazione, sempre più importante, certo. adesso che è impossibile effettuare colloqui in presenza. Tanto che sono allo studio persino progetti di valutazione automatica delle videopresentazioni. Ma anche la recensione ha giocato un ruolo importante nel successo del portale, assicura Contemi: "Con l'esperienza della mia prima agenzia, la Gps, che ha sede a Portocervo e fornisce anche in altre città personale e servizi di sicurezza, mi sono reso conto che ci sono molte persone che al colloquio di selezione non brillano, perché sono timidi, oppure al contrario vanno benissimo perché sono molto spigliati, ma poi invece sul lavoro rendono poco. Ecco perché il nostro core business è diventato la certificazione del lavoratore".
Le recensioni vengono controllate, per evitare abusi, e non in automatico, ma direttamente. E se il lavoratore la contesta si procede con una verifica. Un po' come su TripAdvisor: si forma quindi una graduatoria, sulla base dei giudizi. Del resto si tratta di una forma evoluta delle vecchie lettere di referenze, che un tempo si chiedevano ai lavoratori che già avevano avuto precedenti esperienze.
Gli iscritti svolgono le professioni più svariate: ci sono avvocati o commercialisi, ma anche badanti, operati specializzati, addetti alle pulizie, lavoratori stagionali. La pandemia ha avuto un effetto diverso sulle iscrizioni dei lavoratori: durante il lockdown le iscrizioni erano aumentate moltissimo, si era passati dalle 300-400 al giorno che si registravano fino a quel momento a oltre 600. Mentre adesso si registra un forte calo: "Sono solo 100, 140 al giorno. Ho l’impressione che il popolo italiano stia pedendo un po’ le speranze".
Eppure la ricerca di lavoro da parte delle aziende non si ferma, assicura l'imprenditore: "In questo momento però ci stanno scrivendo soprattutto aziende che stanno cercando profili specifici, soprattutto informatici, programmatori, ma non solo, e poi infermieri. Mentre sono sparite le richieste della ristorazione e in generale legate al turismo".
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