La gelata in Forza Italia è arrivata con la telefonata di Matteo Salvini a Silvio Berlusconi, venerdì sera. Un richiamo all'ordine, dietro il "colloquio cordiale" di cui raccontano le fonti ufficiali. Perché in quei pochi minuti il capo della Lega ha incalzato l'alleato per avvertirlo che il centrodestra unito "non tollererà" distinguo, né risoluzioni di singoli partiti (ovvero di Forza Italia), quando mercoledì 9 sarà messa ai voti alla Camera e poi al Senato la riforma del Mes. Che è fumo negli occhi per i sovranisti italiani. "Quello di mercoledì non sarà un voto pro o contro il governo, ma un voto pro o contro un futuro libero per l'Italia", ha intimato ieri Salvini.
Leghisti e Fratelli d'Italia sono compatti per il no, già da tempo. Ma quando Berlusconi la settimana scorsa ha annunciato il voto contrario anche del suo partito, quanto meno sulla riforma (sì, invece, all'utilizzo del Mes per la spesa sanitaria), una parte dei deputati e senatori ha preso le distanze. La soluzione alla quale il vicepresidente Antonio Tajani e l'economista Renato Brunetta stavano lavorando negli ultimi giorni era proprio una risoluzione di Fi, con cui si dava indicazione di voto contraria sulla riforma, pur confermando la disponibilità a sostenere il Mes per la spesa sanitaria. Un bizantinismo insomma, al fine di tenere compatto il gruppo. Invece non potrà essere così. La risoluzione sarà unica, di tutto il centrodestra, così pretendono Salvini e Meloni. E Berlusconi – che sogna ancora la corsa al Quirinale col loro sostegno – non vuole rompere il fronte. Lo ha già detto a malincuore alle capigruppo Gelmini e Bernini, a Gianni Letta, ad Antonio Tajani nella videocall fatta con loro questo fine settimana.
Resta il fronte degli insofferenti, che oggi farà il punto in un giro di telefonate. I deputati Brunetta e Polverini, Napoli e Prestigiacomo, Russo e il senatore Cangini. Se il Cavaliere dovesse piegarsi all'ennesimo diktat di Salvini, allora i dissidenti potrebbero uscire dall'aula mercoledì. Probabilmente si sarebbe attestata su posizioni analoghe anche Mara Carfagna, la più antisovranista tra i forzisti. Ma la vicepresidente della Camera – riferiscono fonti di partito – è ricoverata da mercoledì in un ospedale romano per una polmonite.
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