Un'occasione persa per rilanciare il Paese dopo l'emergenza sanitaria. È quella che la classe politica italiana, da destra a sinistra, non ha saputo o voluto cogliere anche per questioni di parte. È questo il duro monito rivolto ai leader di ogni schieramento e al governo lanciato dalla sua pagina Facebook da Enrico Mentana.
Da Nicola Zingaretti a Silvio Berlusconi, da Matteo Salvini a Vito Crimi e Carlo Calenda, passando anche per Emma Bonino, Giorgia Meloni, Matteo Renzi e Roberto Speranza: nella sua lettera aperta il direttore del Tg di La7 non ha dimenticato proprio nessuno. Tema del messaggio è il Recovery Plan, punto sul quale Mentana si è innanzitutto detto sconcertato e preoccupato da cittadino "prima ancora che da giornalista con responsabilità editoriali vorrei trasmettervi il mio profondo sconcerto e la mia preoccupazione per quello che NON sta accadendo".
Il volto noto dell'informazione ha spiegato di sentire parlare di "Progettare il Rilancio" da 6 mesi da quando cioè si è esaurita la prima ondata della pandemia. "Era proprio quello il titolo dei famosi Stati Generali del governo", ha ricordato Mentana che, con dispiacere, ha ammesso di essersi illuso "come tanti altri, che la situazione di drammatica gravità attraversata dal Paese rendesse necessario un confronto sul futuro". Un confronto che avrebbe coinvolto tutte le forze politiche, sociali e culturali attraverso "una presa di coscienza collettiva del bivio epocale che avevamo e abbiamo davanti: assecondare il declino del Paese con una logica conservativa da dopo terremoto (ricostruiamo tutto com'era prima, accontentando tutti, e pazienza se eravamo già prima pieni di ritardi e storture) o dare una visione, una prospettiva e un futuro all'Italia (verso dove vogliamo andare, quali settori vogliamo privilegiare, quali non è più possibile rilanciare, come possiamo cambiare in meglio la nostra società, soprattutto in rapporto alle nuove generazioni).
Per Mentana il confronto, anche attraverso lo scontro di idee, sarebbe stato appassionante ma soprattutto "necessario anche a voi forze politiche per proiettare verso l'avvenire programmi che sembrano spesso avere come traguardo più lontano le prossime elezioni". Tale dibattito, come ha sottolineato il giornalista, purtroppo non è mai cominciato. "Non ve ne è traccia negli atti di governo, nei resoconti parlamentari, nei documenti di partito. Nulla di nulla", ha ricordato il direttore del Tg di La7. Secondo quest'ultimo oggi si sta "esclusivamente discutendo, e solo nel governo, di quale struttura dare alla cabina di regia del Recovery Plan e di come suddividere le aree di gestione dei progetti da mandare a Bruxelles". Tra l'altro Mentana ha ricordato che le cronache raccontano di questi giorni riportano di "scontri furibondi" all'interno dell'esecutivo presieduto da Giuseppe Conte. Ma della vera sostanza, come i progetti per rilanciare il Paese, non se ne parla.
Un fatto non di poco conto. Il giornalista, infatti, ha sottolineato che i soldi del Recovery Plan "sono per oltre metà debiti di tutti noi, come tutti quelli già spesi in questi mesi terribili""e per questo tutti i cittadini hanno diritto di conoscere "la genesi, la motivazione e il vantaggio di ciascuna scelta". "Invece è tutto buio- ha aggiunto-: lo è perfino all'interno dell'esecutivo e della sua maggioranza, senza che nessuno o quasi lo faccia neppure notare, e senza che le stesse forze di opposizione mostrino di dolersene al di là del minimo sindacale di qualche dichiarazione o tweet".
LETTERA APERTA AI LEADER POLITICI Cari Vito Crimi, Nicola Zingaretti, Matteo Renzi, Roberto Speranza, Emma Bonino,…
Pubblicato da Enrico Mentana su Lunedì 7 dicembre 2020
Con rammarico Mentana ha spiegato che le attuali priorità e le urgenze dei partiti sembrano altre, come la battaglia sul Mes o quella contro la modifica dei decreti sicurezza. "Questo è incomprensibile, e soprattutto è autolesionistico. Quello che noi chiamiamo Piano di risanamento, nascondendoci dietro la locuzione inglese Recovery Plan, si chiama nella realtà Next Generation Eu: prossima generazione, non prossimo voto, prossima resa dei conti, prossima spartizione", ha affermato il giornalista che ha ricordato come esiste un dovere nei confronti dell'opinione pubblica e soprattutto dei giovani che ricorda essere la parte più penalizzata dalla crisi Covid. Lo stesso Mentana ha poi ribadito che vi è il dovere di discutere apertamente del piano da cui dipenderà il futuro di tutti. Un lavoro da fare senza perdere altro tempo prezioso. "Abbiamo già mezzo anno di ritardo, non sprechiamo altro tempo: se dobbiamo far approdare la nave Italia dobbiamo prima decidere il porto, quindi la rotta, e poi l'equipaggio. Qui pare che l'unica questione siano i soldi dell'armatore…", ha concluso con una punta di amarezza il volto noto del giornalismo italiano.
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