Insieme al Dpcm di Natale arrivano puntuali anche le sanzioni, così da scoraggiare ogni trasgressore eventualmente pronto a non rispettare le regole. Il Viminale ha reso noti alcuni chiarimenti circa le multe in cui i cittadini possono incappare nel caso in cui non vengano seguiti i provvedimenti imposti dal governo. Il prefetto Bruno Frattasi, capo di Gabinetto del ministero dell'Interno, ha infatti rilasciato in data odierna una circolare grazie alla quale vengono colmate quelle "lacune" riguardanti proprio il Dpcm di Natale. Nel provvedimento, infatti, mancavano le sanzioni connesse ai vari divieti, cosa che era stata subito portata all'attenzione del governo.
Nella nota di Frattasi si fa quindi riferimento all'articolo 4 del decreto legge numero 19 del 2020, nel quale, come riportato da LaPresse, si legge: "Salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto delle misure di contenimento di cui all'articolo 1, comma 2, individuate e applicate con i provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 2, comma 1, ovvero dell'articolo 3, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000 e non si applicano le sanzioni contravvenzionali previste dall'articolo 650 del codice penale o da ogni altra disposizione di legge attributiva di poteri per ragioni di sanità, di cui all'articolo 3, comma 3. Se il mancato rispetto delle predette misure avviene mediante l'utilizzo di un veicolo le sanzioni sono aumentate fino a un terzo".
Insomma, i trasgressori possono essere puniti con una sanzione amministrativa che può andare da 400 a 3mila euro, mentre non saranno applicate le sanzioni contravvenzionali previste dall'articolo 650 del codice penale.
Sul caso è intervenuto il senatore Roberto Calderoli. "Ci si arrovella sulla mancanza o meno di sanzioni dell'ultimo decreto legge, ebbene le sanzioni purtroppo ci ci sono, anche se molti non lo sanno. Ci sono le sanzioni e ve lo dice un non esperto di diritto come il sottoscritto, che ritiene che semplicemente si applichino le sanzioni del primo decreto del 2020, per questo dico che le sanzioni ci sono", ha dichiarato lo storico rappresentante del Carroccio, come riferito da AdnKronos. "Certo io posso qualificarmi come non esperto di diritto ma posso con presunzione definirmi un esperto di buon senso e in quel decreto legge non vedo il buon senso ma solo il delirio", ha aggiunto il politico. Anche il senatore leghista contesta soprattutto la questione ricongiungimenti, ed il divieto di spostamento fra comuni limitrofi. "Perché il non consentire contatti tra residenti in Comuni limitrofi di poche centinaia di abitanti ma permetterli in realtà metropolitane da milioni di abitanti come Milano o Roma è un non diritto, è una discriminazione, quindi al di là delle sanzioni tutti i partiti scelgano di impegnarsi da qui al 21, entro la data di entrata in vigore dei provvedimenti, per convertire con modificazione quei decreti abrogando così i deliri in essi contenuti".
"Questa è la sfida che dobbiamo assumerci davanti al Paese. Poi, anche se lo escludo, se il Governo dovesse assumere un barlume di lucidità in mezzo ai tormenti sui rimpasti, ai ricatti di Renzi, alle divisioni interne sul Mes, e dovesse fare un decreto legge 'cum granu salis' per consentire ai genitori di vedere i figli e incontrare i nonni sarebbe solo il benvenuto e lo convertiremmo in un attimo. Per cui o lo fa il Parlamento o il governo…", ha quindi concluso Roberto Calderoli.
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