Giuseppe Conte rischia di mangiare un panettone amaro. Lo strappo di Italia viva ieri sera al vertice di maggioranza sulla task force per il Recovery Fund è l'ultimo segnale di un quadro politico sempre più fragile. I renziani sono scontenti – volevano il rimpasto e non l'hanno ottenuto – e minacciano di votare contro la cabina di regia che dovrà gestire i 209 miliardi in arrivo dall'Europa per la pandemia: oggi se ne parlerà in Consiglio dei ministri. Ma anche il Pd da tempo mostra insofferenza per la scarsa collegialità con cui il premier esercita il proprio ruolo. "Basta tirare a campare" gli ha ricordato sabato il segretario democratico Nicola Zingaretti. I Cinquestelle, a loro volta, sono dilaniati all'interno, come rivela la spaccatura sulla risoluzione alla riforma del Mes, il Fondo Salva Stati, (si voterà mercoledì in Parlamento), perdono pezzi, e scontano un calo costante nel gradimento degli italiani, e quindi non appaiono più in grado di fargli da scudo. È assai probabile che alla fine la risoluzione sarà votata, ma le scorie di queste ultime giornate peseranno sulla salute del governo.
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di
Carmelo Lopapa
La seconda ondata del virus, mal gestita, (siamo l'unico Paese con le scuole superiori chiuse e abbiamo il numero più alto di morti per Covid in proporzione alla popolazione: più 60mila), ha indebolito l'immagine del presidente del Consiglio, aumentando i dubbi sulla autorevolezza a gestire il duro inverno che ci attende. Non sta andando tutto bene. Nell'intervista rilasciata oggi a Repubblica Matteo Renzi fa capire che la sua pazienza ha un termine: l'approvazione della legge di bilancio prima delle feste. Gennaio quindi rischia di aprirsi con la crisi, anche se in tal caso si entrerebbe in una terra di nessuno, perché i numeri per maggioranze alternative in Parlamento non ce ne sono, e il Quirinale non ritiene ammissibile una terza formula politica in una sola legislatura. Si voterebbe quindi, con un Parlamento ridotto di un terzo, dopo la riforma del taglio dei parlamentari, e per molti degli attuali inquilini sarebbe difficile farvi rientro.
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Annalisa Cuzzocrea
E' in questo contesto a dir poco complicato che Giuseppe Conte affronta una settimana di fuoco. Oggi il consiglio dei ministri sul Recovery Fund, dove non può permettersi un altro danno d'immagine, visto che giovedì e venerdì è atteso al Consiglio europeo nel quale bisognerà piegare i veti di Polonia e Ungheria sugli aiuti per il Covid. E mercoledì si vota sul Mes, un altro cimento sull'affidabilità dell'Italia a Bruxelles. Insomma, Conte rischia di presentarsi al cospetto di Merkel e di Macron ammaccato nella leadership, proprio mentre si entra nella fase decisiva degli aiuti. E c'è poi un fronte nel fronte, perché i ribelli grillini mercoledì minacciano di non votare i decreti sicurezza approvati dal governo dieci giorni fa.
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Annalisa Cuzzocrea
C'è infine il consueto match con alcuni presidenti di regioni di centrodestra, che contestano l'ultimo Dpcm che vieta tassativamente gli spostamenti tra i Comuni a Natale. Una regola contro la quale Matteo Salvini da giorni sta suonando la grancassa, fiutandone la presa popolare che ha. Del resto la disposizione è contestata anche dai renziani. Tutto questo mentre il calo dei contagi (dimezzati in un mese) e dei ricoveri c'è, ma è ancora troppo lento per intravedere la luce in fondo al tunnel.
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