Era nata nei giorni della disfatta di Caporetto, l’11 novembre 1917 Marida Recchi scomparsa ieri a Torino a 103 anni. Una donna che ha attraversato un secolo di storia dell’economia della cultura e della politica di Torino e dell’Italia. Figlia di un noto chimico, aveva studiato in Germania e tornata in Italia aveva sposato nel 1941 Giuseppe Recchi titolare dell’omonima impresa di costruzioni diventata una delle più importanti realtà italiane nel mondo delle costruzioni, grazie alla realizzazione e alla gestione di opere stradali, idroelettriche, portuali, edili e civili in cinque continenti. A partire dall’autostrada del Sole. La Recchi, nominata "Cavaliere del lavoro", si occupò anche in prima persona dell’impresa tessendo una rete di relazioni che andava dalla politica italiana, fu molto amica di Craxi e di Fanfani, Rinaldo Ossola e Andreotti che frequentavano il suo salotto nella villa torinese della Crocetta o in quella di Portofino, all’economia con i legami con l’avvocato Gianni Agnelli, Cesare Romiti, Gianluigi Gabetti e negli ultimi anni anche Sergio Marchionne. L'impresa Recchi ebbe molte commesse in Libia e questo creò un importante legame anche con Adel Salam Jallud e il colonnello Gheddafi.
Importanti anche le attività sociali: un lungo servizio attivo alla Croce Rossa Italiana, e dal 1948 all’Opera Pia Pro-Infantia Derelicta: nel 1950 aveva fondato la Lega anti Poliomielite, e fu tra coloro che portarono in Italia il vaccino antipolio di Sabin. Marida Recchi ha avuto cinque figli, Enrico morto in un incidente aereo, Gianna, Claudio, Emanuela e Evelina, sette nipoti e cinque pronipoti. Era presidente d’Onore della Recchi Ingegneria e Partecipazioni
Original Article
Commenti recenti