Roma — «L’ho visto quello che ha “ribaltato” la gente. Ne ha “sbracati” (pestati, ndr) tre, poi siamo arrivati noi, che te lo dico a fare». Lo slang è quello della borgata. Il brodo di cui si cibano le «gang» di giovanissimi, tra i 13 e i 18 anni, che sabato pomeriggio si sono radunati al Pincio, la terrazza con vista mozzafiato su piazza del Popolo, è un miscuglio di musica Trap, follie alla Algero Corretini, in arte “1727Worldstar”, l’ex ragazzo delle pulizie divenuto una stella di Instagram a base di parolacce e incidenti d’auto (il video “Ho preso il muro fratellì”, pochi mesi fa l’ha catapultato dal suo appartamento di periferia ai programmi in prima serata sulle tv nazionali). Condito dalle suggestioni criminali in stile “Mara Salvatrucha” (M13), “Latin kings”, “Barrio 18”, le «pandillas» d’ispirazione latino americana trapiantate (in forma ridotta) da anni a Genova e adesso presenti in embrione anche nelle periferie romane.
Tatuaggi, strofe sincopate e regolamenti di conti in stile “Fight club” al grido «vedemose e menamose». Tra comitive che non si chiamano più comitive, ma «gang», appunto. La logica resta quella del muretto, ma inteso come una terra di mezzo. Perché tutto parte e si riverbera sui social, divenuti nel quotidiano adolescenziale (e non solo) uno strumento utile a bucare l’isolamento imposto dalle misure anticontagio. Accade così che ci si dia appuntamento online per picchiarsi nella realtà e poi commentare l’accaduto di nuovo in Rete.
È nata in questo modo la maxi adunata violenta del Pincio. Con un duello mancato tra due ragazze 13enni annunciato su “Gossipderomaa”, una sorta di moderno “Gossip girl” che svela «risse, fidanzamenti, tutto ciò che accade in città». Una delle due non si presenta. Quindi, alle 17.30, lo scontro tra tre «gang» rivali. Dopo qualche ora i video delle aggressioni finiscono sul gruppo Telegram “risse italiane” e su quello Instagram “risse romane”.
Nella piazza virtuale riecheggiano le voci dei protagonisti: «L’amico mio ne ha addormentato uno — commenta a tarda notte un picchiatore in diretta Instagram — l’ha messo a nanna». Dunque spiega a Repubblica: «Sono ragazzini di 13 anni che vogliono far “casino” — dice Claudio (il nome è di fantasia, ndr) — poi chiamano gli amici per risolvere il problema. Io, per esempio, stavo facendo un giro in centro e mi sono ritrovato in mezzo alla rissa dopo la chiamata di alcuni amici».
I fighter in tuta rossa, tratto distintivo della «gang», abitano i quartieri dormitorio a Sud e a Nord del centro: dalla Magliana a Primavalle, passando per l’Alessandrino, Torre Spaccata, Tor Bella Monaca, Cinecittà. «Dei ragazzi più grandi — continua Claudio — si stanno organizzando per andare di nuovo al Pincio, con lo scopo di scongiurare che accadano episodi come quello di sabato. Se ne saprà di più nei prossimi giorni».
L’altro ieri i carabinieri della compagnia Roma centro hanno sciolto l’assembramento, identificato e multato diversi ragazzi (alcuni pregiudicati, ma nessuno che abbia preso parte alle risse), compreso un minorenne che è stato riconsegnato al padre, il quale ha assicurato di voler collaborare con i militari diretti dal Maggiore Fabio Valletta per la ricostruzione dei pestaggi qualora il figlio sappia fornire qualche elemento utile.
Intanto le indagini proseguono con l’analisi dei video pubblicati su Instagram e delle immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza in piazza del Popolo e nella stazione della metropolitana Flaminio all’interno della quale sarebbe accaduto un altro pestaggio. Sempre sabato, all’altro capo della città, oltre mille 14enni, come accade ogni fine settimana, si sono radunati al Colosseo Quadrato costringendo i carabinieri della compagnia Eur agli ordini di Pierpaolo Apollo a intervenire per sciogliere (con la sola presenza) l’assembramento.
«Amareggia che alcuni giovanissimi non comprendano come sia necessario continuare ad assumere comportamenti responsabili — dice la Prefettura di Roma — verranno sviluppate indagini, anche sui social, per contrastare e punire gli autori». L’auspicio, aggiungono a palazzo Valentini, è che «questi ragazzi capiscano la necessità di evitare pericolosi atteggiamenti magari dettati dalla noia».
La sindaca Virginia Raggi giudica «inaccettabili le scene di violenza. Quell’adunata è un’offesa ai sacrifici che stiamo facendo in questo momento. Auspico che gli inquirenti individuino e puniscano i responsabili». I 13enni delle «gang» che si nutrono di sottocultura Trap, strizzano l’occhio alle «pandillas» dell’America latina e si sfidano sulla piazza virtuale al grido: «Vedemose e menamose».Original Article
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