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India, “siesta obbligatoria” a Goa: la promessa del candidato governatore

In Italia, in vista delle elezioni, Berlusconi aveva promesso un milione di posti di lavoro. A Goa, città indiana famosa per la vita rilassata, Vijai Sardesai, leader del Forward Party (Avanti) si impegna a sancire "una siesta obbligatoria di un'ora" se verrà eletto governatore. Nella regione indiana si andrà alle urne all'inizio del 2021, ma Sardesai si è voluto già portare avanti.
Secondo il Guardian che riporta la notizia, nel paradiso degli hippie e della Goa-Trance, genere musicale non a caso ipnotico, si potrà scegliere una qualsiasi fascia oraria tra le 13 e le 16 per concedersi una parentesi rilassante. A chi pensa che la questione del "pisolino" sia un impegno frivolo se non marginale da parte di un politico, Sardesai risponde citando una ricerca medica secondo cui la siesta può migliorare le prestazioni e la memoria, sollevare l'umore, rendere le persone più vigili e ridurre le possibilità di attacchi di cuore. Senza contare l'importanza culturale ed economica del riposino.
La proposta ha già scatenato un gran dibattito tra i locali indiani e coloro che si sono trasferiti qui da altre zone del mondo. Molti stranieri che in questi anni hanno scelto questa località tropicale per vivere e lavorare, infrangendo le abitudini di Goa, invece di chiudere i loro negozi e locali nella pausa pranzo e di domenica li tengono aperti.
"La siesta fa parte della nostra cultura, della nostra identità rilassata", ha detto Sardesai. "Siccome chi viene da fuori non rispetta il nostro rituale io lo voglio far diventare obbligatorio. Per noi di Goa non contano i soldi ma la qualità della vita", ha spiegato.
Governata dai portoghesi per 400 anni. Goa divenne indipendente solo nel 1961, 14 anni dopo che l'India ottenne l'indipendenza dalla Gran Bretagna. Meta dagli anni 60 dei Figli dei fiori, una delle attrattive di Goa – oltre al mare, la sabbia e il sole – è proprio la cultura della susegad, un termine proprio di Goa che deriva dal portoghese sossegado, quiete, che si traduce con "tranquillità" e permea ogni aspetto della vita quotidiana.
Ne dà prova il politico cinquantunenne che nonostante si trovi nel pieno della campagna elettorale spegne il cellulare tutti i giorni per almeno un'ora: “La siesta ti rilassa. Se la salto, mi sento stanco, non posso funzionare. E poi non posso godermi la serata".Original Article

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