Una messa, da celebrare alla stessa ora di quell’8 dicembre del 1970: quando don Andrea Gallo venne accolto da Federico Rebora nella parrocchia di San Benedetto al Porto. “Senza quel momento, quell’abbraccio, la Comunità non sarebbe mai nata”, ricorda Domenico Chionetti, braccio destro del prete di strada che oggi porta avanti la sua missione: stare sempre in direzione ostinata e contraria, dalla parte degli ultimi. Cinquant’anni dopo, dunque, la Comunità ricorda quel momento con una messa in streaming celebrata da don Gianni Grondona, domani – 8 dicembre – alle 11.45 -, preceduta da un video messaggio di don Luigi Ciotti. Una festa a distanza per ora, a causa della pandemia, a cui si potrà partecipare via social (sui canali della Comunità di San Benedetto). Ma in realtà, sottolinea Chionetti, “non c’è nulla da festeggiare. Perché quello che vediamo in questi giorni è che le persone impoverite sono sempre di più. Lo siamo tutti noi. E quello che colpisce è che, a fronte delle centinaia di migliaia di morti, sembra che la preoccupazione più grossa in questo momento sia la febbre del consumo e la possibilità di andare o meno in vacanza”
L’evento di domani, dunque, sarà anche l’occasione di una riflessione profonda: “A chi sta rischiando la vita negli ospedali, a chi non ha un lavoro. Soprattutto – ragiona Chionetti – noi pensiamo che per respirare e sopravvivere a questa crisi serva assolutamente l’approvazione della patrimoniale. Basta ragionare sui numeri: non è l’ennesima tassa odiosa, ma un contributo dei super ricchi. Chi guadagna 500 mila euro all’anno pagherebbe 1000 euro di tasse in più. Numeri che devono farci riflettere”.Original Article
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